Elezioni Campania 2020, M5S e Pd in pressing su Di Maio

Elezioni Campania 2020, M5S e Pd in pressing su Di Maio
di Adolfo Pappalardo
Domenica 17 Novembre 2019, 09:30 - Ultimo agg. 16:33
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«Per il movimento non è un momento semplice. È chiaro che stare in questo governo con un partito con cui in passato abbiamo avuto pesanti contrasti, non è semplice. Ma continueremo a lavorare per i cittadini», dice Luigi Di Maio. Quasi a giustificarsi di una convivenza forzata al governo con il Pd. Un modo per tenere ancora coperto un nodo non ancora sciolto: le regionali.
 

 

Ad oggi i grillini non hanno ancora deciso. E lo stesso capo politico dell'M5s lo conferma ieri nel suo tour campano che inizia dalla sua Pomigliano. «Sulla partecipazione alle elezioni in Emilia e Calabria, dove si vota il 26 gennaio, decideremo nei prossimi giorni. Poi c'è il turno di maggio o aprile per le altre sei regioni: dobbiamo presentarci dove siamo pronti, perché dove non siamo pronti dobbiamo essere onesti con i cittadini», ribadisce il ministro degli Esteri facendo capire che nulla è ancora stato deciso. Possibile anche rimanere fuori un giro in queste due regioni per capire poi come muoversi per il voto di Primavera. Compreso l'ipotesi, non tramontata, di allearsi con il Pd e fare argine alla destra. Una strada che non piace a Di Maio ma che nel movimento non è tramontata. Anzi. «Siamo stati votati da 11 milioni di voti in Parlamento non possiamo arroccarci su posizioni strettamente identitarie e velleitarie senza pensare a quanto sia importante completare i processi di governo, anche regionali. Un governo regionale capitanato da movimento 5 Stelle e centrosinistra insieme in tutte le Regioni sarebbe la vera novità di questo momento e come effetto collaterale fermerebbe l'avanzata delle destre», è il ragionamento che il parlamentare grillino Luigi Gallo (eletto a Torre del Greco) affida ieri pomeriggio alla sua pagina su Fb. Ma ai militanti non garba affatto la posizione del deputato legato al presidente della Camera Roberto Fico: una valanga di commenti negativi all'ipotesi di allearsi con il partito di Zingaretti. Schermata che viene mostrata subito a Di Maio che dopo la pesante sconfitta in Umbria ha imposto una frenata ad un'intesa con il Pd.
 

È un momento di stand by per il Movimento. Per metà dicembre sarà pronto il «Team del Futuro» dopo la votazione dei militanti sulla piattaforma Rousseau. «Abbiamo bisogno di un grande momento di riflessione e lo faremo anche grazie al lavoro del primo organo politico eletto nel movimento nella sua storia: sarà pronto entro metà dicembre», annuncia Di Maio chiarendo anche come «questo team di persone elette dagli iscritti si occuperà sia dell'organizzazione del movimento, sia del coordinamento Di tutti gli eletti e gli attivisti sui temi». Prima degli inizi di dicembre, quindi, è inutile perdersi in ipotesi sul voto di maggio. Nel Movimento, infatti, tutti sono convinti che alla fine si deciderà tutto dopo l'esito del voto in Calabria ed Emilia. E lì, in caso di sconfitte, l'unica strada sarà cercare di costruire alleanze con il Pd. Anche se qualcuno nel Movimento fa notare che non presentarsi in Emilia e rischiare una vittoria della Lega potrebbe rendere plastico un altro scenario: un terremoto così forte che rendere assai complicato tenere in piedi il governo. Ma per ora è stato premuto il tasto pausa perché il Movimento è in equilibrio precario: basti pensare che sono quasi tre mesi che non si riesce, per veti e controveti interni, a eleggere il capogruppo alla Camera. Figuriamoci parlare del voto in Campania. Anzi venerdì sera il ministro Sergio Costa (papabile candidato a Santa Lucia così come il collega Spadafora) ha incontrato i senatori campani. Qualcuno si aspettava che l'ex generale dei carabinieri facesse trapelare qualcosa sul suo futuro. Nulla: si è discusso solo di temi ambientali. Ma partendo dalla Terra dei Fuochi. E qualcuno l'ha interpretato come un segnale...

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