Napoli, viaggio nella roccaforte M5S: «Voti per blindare il reddito di cittadinanza, qui disoccupazione altissima»

Napoli, viaggio nella roccaforte M5S: «Voti per blindare il reddito di cittadinanza, qui disoccupazione altissima»
di Gigi Di Fiore
Martedì 27 Settembre 2022, 23:26 - Ultimo agg. 29 Settembre, 08:38
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L’avvocato Nicola Nardella, presidente dell’ottava Municipalità e militante convinto dei 5 Stelle, non ha dubbi: «Il Movimento corre a velocità supersonica, con un programma incentrato sulla giustizia sociale di cui è punto cardine il reddito di cittadinanza». A Scampia, il numero dei beneficiari del reddito è alto e alle elezioni il quartiere ha premiato i 5 Stelle con una percentuale di voti record del 64 per cento. «No a gomorra» dice la scritta nel cantiere della Vela. E c’è chi spiega che, in un’area con il 70 per cento di disoccupati, l’alternativa alle lusinghe dei clan della camorra è il lavoro o il reddito.

Don Francesco Minervino è da quasi tre anni parroco della chiesa della Resurrezione. È il successore dell’indimenticato don Vittorio Siciliano, scomparso nel 2020, che qui fu animatore e difensore di chi si dibatteva nella precarietà quotidiana. Dice don Francesco: «Molti parrocchiani prendono il reddito di cittadinanza e mi hanno spiegato che, nella paura di perdere l’unica possibilità di mettere un piatto a tavola, hanno votato i 5 Stelle».

In campagna elettorale, il partito più presente a Scampia sono stati i pentastellati con due gazebo. Qui è venuto Roberto Fico, qui il presidente della Municipalità si è speso molto per la conferma in Parlamento di Gilda Sportiello che ce l’ha fatta senza difficoltà. Periferia dai tanti problemi, con uno dei redditi medi più bassi della città. In mattinata, si sono incontrati i sacerdoti delle 4 parrocchie di Scampia per confrontarsi su una realtà sociale dove la Caritas e la chiesa sono un’ancora di salvezza.

Solo alla parrocchia della Resurrezione gli assistiti della Caritas sono 150. Ma le emergenze sono ricorrenti, come spiega don Francesco: «Vengono da me e dagli altri parroci famiglie per chiederci aiuti sulle bollette della luce che non riescono a pagare. A volte, ho aiutato di persona qualche caso disperato. L’identificazione con il malaffare è ingiusta per la maggioranza del quartiere, che ha trovato ossigeno nel reddito di cittadinanza».

La stazione della Metropolitana si anima di gente che per lavorare «va a Napoli», come dicono molti residenti di Scampia che si considerano lontani e abbandonati dal resto della città. Di fronte, il murale di Jorit con il volto di Pier Paolo Pasolini cantore delle periferie. Da tre mesi, Jorit ha fatto il bis in via Labriola, dipingendo il volto di Fabrizio De Andrè su un palazzo di 5 piani. Da qualche tempo, nella zona del Terzo Mondo, si rivedono motorini con ragazzini-vedette. Non sono complici dei clan del quartiere, annientati dalle inchieste giudiziarie, ma conniventi con piccoli gruppi di spacciatori che - spiega chi vive qui - «anche senza i Di Lauro o gli altri clan, non sono mai scomparsi».

In viale della Resistenza, la palestra «Starjudo» di Gianni Maddaloni non ha mai smesso di funzionare. Toglie decine di ragazzi dalla strada, impegnandoli nello sport. E spiega Gianni Maddaloni: «Abbiamo 150 ragazzi, 10 figli di detenuti, 3 giovani che con noi fanno la messa in prova come pena alternativa al carcere. È un quartiere povero, con difficoltà sociali, ma noto meno delinquenza e spaccio di droga. Si è ravvivato il fenomeno dei mercatini settimanali, soprattutto il giovedì. Molti si industriano a vendere roba usata. Una nuova attività economica del quartiere». 

Da sette anni, Omero Benfenati è con Rosario Caldore uno dei leader del comitato disoccupati della 167 di Scampia. Una costola del comitato Vele di Scampia attivo da 30 anni, che pure Benfenati contribuì a costituire. E racconta, reduce dalla manifestazione dinanzi alla Prefettura: «L’identificazione con chi preferisce il reddito di cittadinanza per non lavorare non ci appartiene. Qui il disagio sociale è profondo e, nel nostro movimento, la maggioranza prende il reddito. Siamo circa 300, oltre la metà ricorre a questo sostegno per andare avanti».

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In campagna elettorale, il comitato disoccupati di Scampia ha alzato la voce con tutti i partiti. Aggiunge Benfenati: «Siamo fuori da logiche politiche, se tra noi c’è chi ha votato 5 Stelle lo ha fatto per scelta personale. Tutti, per dignità, preferiscono un lavoro vero alla precarietà e al reddito». Il 12 settembre scorso, il quartiere ha inaugurato un campetto di calcio tra la vela gialla e la vela rossa sempre in viale della Resistenza. Un’iniziativa voluta con forza dal Comitato Vele e dai disoccupati cantiere 167, possibile con l’aiuto economico dei fratelli Letizia che sono partiti da qui. Gaetano Letizia gioca nel Benevento, il fratello Tony nella Puteolana. C’è stata festa, due settimane fa, per un campetto che era diventato una discarica degradata. I cartelli erano indicativi: «Le istituzioni restano a guardare, i comitati popolari fanno».

Molti indicano alcune strutture pubbliche a simboli di un nuovo quartiere. C’è l’auditorium «Fabrizio De Andrè» nel complesso polifunzionale in viale della Resistenza, che è il cuore di Scampia. Vi vivevano da due anni delle famiglie di nomadi, ora è pronto per più iniziative. Il parco verde è intitolato a Ciro Esposito, il tifoso ucciso a Roma da un tifoso romanista. Nella piazza intitolata a papa Giovanni Paolo II, che qui venne in una storica visita, dei volontari fanno pulizia incoraggiati dall’associazione Mammut. Ma è la sede universitaria di professioni sanitarie, che dovrebbe essere inaugurata a ottobre, la struttura scelta a emblema di rinascita. Verranno studenti, si ravviverà una piccola economia sul territorio. Speranze di lavoro. Nel frattempo, c’è il reddito di cittadinanza. Dice Omero Benfenati: «Abbiamo ottenuto che il 40 per cento degli operai al lavoro nel cantiere della vela verde fosse di Scampia. Tra noi ci sono 5 ex detenuti che non hanno trovato aiuto dalla Stato per il reinserimento. Noi puntiamo al riscatto». 

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