Elvira travolta e uccisa sul lungomare di Napoli, lo strazio del fidanzato: «Era il nostro anniversario»

Elvira travolta e uccisa sul lungomare di Napoli, lo strazio del fidanzato: «Era il nostro anniversario»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 31 Agosto 2022, 00:01 - Ultimo agg. 1 Settembre, 08:39
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«La morte di Elvira non deve restare impunita». L’appello dei familiari della 34enne, travolta da una moto in corsa mentre si trovava su via Caracciolo, è anche quello del fidanzato, Carlo Senese, 30enne napoletano che chiede giustizia insieme ai parenti della giovane. 

Come è stata investita Elvira Zriba?
«È stata letteralmente falciata. Aveva attraversato le strisce pedonali su via Caracciolo, poco prima del bar Napoli e stava buttando l’immondizia nei cassonetti della differenziata quando una moto l’ha travolta in pieno. Da quello che abbiamo saputo, era un centauro con una ragazza a bordo che stava girando da un po’ sul lungomare impennando con la moto, correndo a tutta velocità e facendosi anche i selfie con il cellulare». 

Cosa ricorda di quella notte?
«Poco prima dell’incidente, avevo sentito Elvira al telefono e ci eravamo detti che, a causa del lavoro, non avevamo potuto festeggiare il nostro anniversario di fidanzamento che era proprio quella sera.

Non avevamo avuto il tempo neanche di mangiare una pizza insieme perché lei stava lavorando agli chalet e anche io, che faccio il barista, avevo il turno di notte. Avremmo festeggiato 13 anni di fidanzamento».

Poi cosa è successo?
«Ricordo di averle detto di fermarsi un attimo a riposare. Poteva fumare una sigaretta mentre chiacchieravamo al telefono ma lei è sempre stata una grande lavoratrice e una persona molto precisa, per cui voleva prima sistemare tutto, compreso lo smaltimento della differenziata che non toccava neanche a lei. Poco dopo, mi hanno telefonato degli amici per avvertirmi che si trovava all’ospedale San Paolo e mi sono precipitato lì, sperando che non accadesse nulla di grave». 

È il secondo lutto in famiglia, come sta la madre di Elvira?
«Otto mesi fa, Mustafha, il fratello di Elvira, è stato investito e ucciso mentre era sulla sua bicicletta elettrica a Pianura. La mamma, ha perso entrambi in figli in queste tragiche circostanze e il suo dolore è inspiegabile. Ha detto che gli rimango solo io e dopo 13 anni anche lei rappresenta parte della mia famiglia. Le staremo tutti vicino ma ora, chi ha sbagliato deve pagare e soprattutto bisogna fare in modo che non accada più a nessuno quello che è successo a Elvira».

Come rendere più sicuro il lungomare?
«Prima di tutto servono più controlli delle forze di polizia e potrebbero installare dei dossi o, ancora meglio, rendere pedonale quel tratto di strada. Le istituzioni devono fare in modo che non accada più una morte come quella di Elvira. C’è stato un commento sui social dove una ragazza ha scritto che nello stesso punto dove è morta Elvira, è stato investito ed è morto un suo familiare 17 anni fa. Questo è quello che temo di più, sia io che tutti i familiari: che nulla cambi».

Il più bel ricordo di Elvira?
«Era una ragazza generosa, in gamba e che si dava da fare per mantenere la madre e aiutare i due figli del fratello. Lavorava da quando aveva 12 anni e, ultimamente, stava crescendo sempre di più in lei il desiderio di un figlio. Ci siamo conosciuti con una mia bugia: mi finsi più grande dal momento che avevamo 4 anni di differenza e i ricordi più belli, sono le feste di Natale trascorse assieme, con la sua grande famiglia che ormai è la mia». 

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