Armi Napoli-Iran, Di Leva chiamato
«Jaafar, in onore del sesto Imam»

Armi Napoli-Iran, Di Leva chiamato «Jaafar, in onore del sesto Imam»
Martedì 31 Gennaio 2017, 16:31
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In una e-mail indirizzata a un iraniano con il quale sta in trattativa per una fornitura di elicotteri, Mario Di Leva, fermato oggi nell'ambito dell'inchiesta sul traffico di armi, precisa di essere musulmano e di aver assunto il nome di Jaafar, in onore del sesto Imam. È quanto emerge dal decreto di fermo emesso dai pm della Dda di Napoli Catello Maresca e Luigi Giordano, titolari dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.
 


Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni di Mario Di Leva e dalla moglie Annamaria Fontana, a San Giorgio a Cremano e a Pescasseroli sono stati rinvenuti documenti e supporti informatici «che confermano pienamente l'attività di commercio d'armamento e "dual use" con paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, con particolare riferimento all'Iran e alla Libia», scrivono i magistrati. In una mail lo stesso Di Leva spiega di utilizzare la società panamense Mallory Airline in quanto «trattandosi di una società costituita in uno stato che non aderisce ad alcuna forma di embargo nei confronti dell'Iran, può esportare aerei e pezzi di ricambio presso quel paese e si presta, quindi, per essere utilizzata per l'effettuazione di triangolazioni commerciali al fine di eludere i divieti internazionali».

 
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