«Quel che chiediamo è solo giustizia, non vendetta, ma giustizia per la morte di un ragazzo di 32 anni che godeva di ottima salute ed era innamorato del suo lavoro». Nella chiesa di San Lorenzo Maggiore, poco prima dell’omelia in ricordo di Emanuele Melillo, i fratelli e i genitori del conducente del bus che morì a Capri un anno fa invocano la verità su quella tragedia che a distanza di un anno si rinnova, come il dolore che ha causato. Sul sagrato a tardo pomeriggio insieme ai parenti del giovane si sono radunati tanti amici del quartiere, venuti a rendere omaggio a quel ragazzo sempre allegro, che amava la vita e lana professione che svolgeva. Con mascherina e occhiali da sole scuri mamma Antonella è addolorata più che mai e preferisce non parlare, ma ringrazia tutti coloro che hanno sfidato l’afa pur di venire a salutare Emanuele. «Per noi tutti, parenti e amici, è come se fosse ancora qui - dice Amalia, la sorella 44enne che somiglia al fratello scomparso come una goccia d’acqua («me lo dicono tutti», ammette mentre stenta a trattenere le lacrime) - mi manca tantissimo e non è vero che col tempo il dolore si allevia, anzi oggi è ancora più grande».
Emanuele, il “gigante buono”, quello che aveva una parola di conforto per tutti ogni qualvolta ve ne fosse bisogno, non c’è più.
In mattinata a Capri anche i rappresentanti dell'Unione sindacale di base, che ha inscenato un presidio presso Marina Grande, sul luogo dell’incidente in cui perse la vita il giovane autista dell’Atc, che ha visto la partecipazione di molti cittadini, lavoratori e colleghi di lavoro oltre ai sindaci di Capri e Anacapri. La manifestazione si è conclusa con i partecipanti che hanno posto un mazzo di fiori e affisso uno striscione in memoria di Emanuele. Mentre i colleghi dell'Atc in servizio hanno indossato un fiocco nero in segno di lutto. «L’Usb continuerà a chiedere verità e giustizia per l'ennesimo omicidio sul lavoro che sarebbe potuto (e dovuto) essere evitato se solo le istituzioni preposte fossero intervenute, dopo le nostre denunce sulla mancanza di sicurezza stradale legata al trasporto di persone, ma anche di merci e bagagli. Noi non dimenticheremo», sono le parole di Marco Sansone e Adolfo Vallini, di Usb lavoro privato - Settore Trasporti.
Un messaggio di vicinanza e di richiesta di accertamento della verità anche da parte del consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli: «Sono a fianco di tutti coloro che hanno voluto ricordare questa persona tanto amata e benvoluta da tutti sulla cui scomparsa ancora bisogna fare luce. Melillo, la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi di lavoro hanno diritto ad avere giustizia. In particolare vogliamo sapere se la strada dove è avvenuta la tragedia era sicura e a norma».