Emergency a Napoli: pacchi alimentari
per cento famiglie in difficoltà

Emergency a Napoli: pacchi alimentari per cento famiglie in difficoltà
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 16 Novembre 2020, 19:13
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La pandemia sta mutando anche il fronte del volontariato e del sostegno umanitario. Nonostante le difficoltà, gli operatori delle associazioni umanitarie e Ong continuano nel loro impegno quotidiano per sostenere i più deboli ma molti per il blocco dei voli in alcuni Paesi sono rimasti a casa. Le energie per aiutare sono più forti della minaccia del virus, ed è così che Emergency ha lanciato a marzo scorso, quasi in sordina, il progetto «Nessuno Escluso» per prendersi cura dei più fragili qui in Italia. L’emergenza sanitaria e il lockdown ha infatti creato una nuova povertà, con precari che prima si arrangiavano con qualche lavoretto e di punto in bianco hanno perso anche quel minimo per andare avanti. Dopo Milano, Roma e Piacenza, il progetto gestito da Emergency arriva anche a Napoli grazie al contributo dell’iniziativa Spesa Sospesa del Comune di Napoli e delle associazioni Lab00 e Skabb. Le prime consegne sono iniziate il 30 ottobre, e da allora circa 100 famiglie hanno potuto godere del pacco di beni di prima necessità ricevuti dai volontari dell’associazione fondata da Gino Strada. Obiettivo: arrivare a 600 famiglie nel giro di un mese e per riuscirci c’è bisogno di volontari (napoli@volontari.emergency.it). Anche ora che la Campania è ufficialmente Zona Rossa, il progetto non si fermerà e le consegne, in totale sicurezza per gli operatori e per le famiglie assistite, continueranno regolarmente ogni venerdì e sabato. 

«Secondo il rapporto Regional Yearbook 2020 di Eurostat, in Campania due persone su cinque sono a rischio di cadere in povertà. Si tratta soprattutto di una nuova categoria di persone, che fino a oggi era riuscita a vivere lavorando in nero o saltuariamente, e si trova quindi fuori dai radar dell’aiuto tradizionale e istituzionale. Proprio per questo, era fondamentale per noi portare solidarietà a una delle città più duramente colpite dalla crisi economica provocata dalla pandemia, nella quale lavoriamo già da tanti anni con l’ambulatorio di Ponticelli che offre servizi di medicina di base e specialistica, educazione sanitaria e orientamento socio-sanitario per facilitare l’accesso al sistema sanitario a chi ne ha bisogno» spiegaRossella Miccio, presidente di Emergency.

Ogni famiglia sostenuta da Nessuno Escluso riceve settimanalmente un pacco alimentare secondo il proprio numero di componenti, al quale si aggiungono mensilmente un pacco di prodotti per la pulizia della casa e uno per l’igiene personale. «A Napoli partiamo con circa 100 famiglie che vivono tra i quartieri di Pianura, Soccavo e Ponticelli, nei pressi del nostro Ambulatorio per migranti e persone disagiate, ma saremo pronti a sostenere fino a 600 famiglie» intervienePeppino Fiordelisi, coordinatore dei volontari di Emergency in Campania. «Chi lavorava in una pizzeria o un ristorante, magari in nero, ha visto il proprio impiego sfumare nel nulla.

Purtroppo, ci sono parecchie famiglie in cui entrambi i coniugi hanno perso ogni fonte di reddito e si trovano in condizioni economiche difficili». 

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A fornire gli elenchi delle famiglie bisognose di aiuto è il Comune di Napoli, e grazie all’impegno dell’assessore Monica Buonanno molte famiglie in difficoltà potranno godere un ristoro con cibo che li aiuterà a mantenere un piatto a tavola. «Nessuno Escluso non sarebbe stato possibile senza la collaborazione di una rete di associazioni, Comune e gruppi autorganizzati – aggiunge Fiordelisi – ma abbiamo bisogno di sostegno di volontari per la distribuzione dei pacchi». A Napoli, Nessuno Escluso è stato realizzato con il contributo di Spesasospesa.org che, appoggiandosi sulla Piattaforma blockchain Regusto e grazie al supporto di Sorgenia e Henkel, ha raccolto circa 160 mila euro destinati all’acquisto dei beni. I volontari si muoveranno in coppia e avranno un badge identificativo di riconoscimento: tutti hanno ricevuto una specifica formazione per minimizzare il rischio di contagio per loro e per le persone assistite. 

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