Emergenza babygang a Napoli, sfuma la pace tra aggressore e vittima

Emergenza babygang a Napoli, sfuma la pace tra aggressore e vittima
di Giuliana Covella
Martedì 11 Giugno 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:31
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Un murales contro la dispersione, ma anche per combattere la violenza minorile e riaffermare il valore dell'inclusione. Mamme, docenti e istituzioni per l'evento finale del modulo Pon «Pittura poesia muta» all'istituto comprensivo D'Aosta-Scura diretto da Eugenio Tipaldi. Pesante, però, l'assenza di coloro che dovevano essere i protagonisti dell'evento finale. Tutti hanno infatti atteso fino all'ultimo momento l'arrivo di due degli studenti coinvolti nel progetto nata da un'idea dei docenti Francesca Avolio e Michele Quercia che ne hanno curato anche la direzione artistica. Due ragazzi «a rischio» che erano stati recuperati proprio grazie al percorso didattico: C. e L., che nei mesi scorsi erano finiti alla ribalta della cronaca per un'aggressione. Ma ieri, i due minori, vittima e aggressore, che in queste settimane erano tornati ad essere amici e a dipingere insieme una parete della scuola, erano assenti. Con grande rammarico dei docenti e dei tanti genitori presenti.
 
«Pittura poesia muta», parafrasando Leonardo Da Vinci, è il titolo scelto per l'intervento pittorico che è stato «frutto del lavoro e dell'impegno di ragazzi a rischio dispersione, fortemente disagiati, per l'inclusione dei quali la nostra scuola si è sempre adoperata - spiegano i docenti Avolio e Quercia - I ragazzi hanno frequentato assiduamente con la consapevolezza che l'apporto di ognuno fosse indispensabile per la realizzazione del lavoro. Ogni alunno ha contribuito con proposte originali. L'idea era che ragazzi, che di solito sono protagonisti di episodi al limite della legalità, fossero stati per una volta il fulcro di un momento a loro dedicato», hanno concluso. Ma nonostante i loro volti fossero stati dipinti sulla parete al terzo piano del plesso Gianturco di via Girardi, i due ragazzi che erano stati loro malgrado protagonisti di un accoltellamento lo scorso gennaio, ieri mattina a scuola non si sono presentati. Anche se in questi mesi hanno lavorato a stretto contatto per riprodurre nei corridoi della scuola i volti dei loro coetanei del passato raffigurati da grandi artisti tra cui Vincenzo Gemito. Solo il papà di uno dei due minorenni è intervenuto all'iniziativa, nella delusione generale di chi ogni giorno svolge con impegno e passione il proprio lavoro per questi ragazzi. «Ci avevano assicurato che avrebbero partecipato, alla fine non sono venuti e questo ci rammarica perché cerchiamo di trasmettere messaggi di legalità a chi sbaglia e dare loro la possibilità di costruirsi un futuro», commentano i docenti.

Non sono mancati tuttavia i tanti esempi positivi, come Federica e Vincenzo, gemelli di 13 anni, che sognano di diventare chef, come racconta mamma Sonia: «Li ho cresciuti per molto tempo senza il papà, che era in carcere. Ora che è uscito è fiero dei suoi figli, che vogliono studiare all'alberghiero come il fratello maggiore che vive a Torino». Ma anche Marika e Benedetta, che si iscriveranno all'istituto d'arte o Giuliano, appassionato di robotica, «perché vogliamo scrollarci di dosso l'etichetta di essere ragazzi dei Quartieri Spagnoli», dicono.

A premiare gli studenti il sindaco Luigi de Magistris, accompagnato dal presidente della II Municipalità Francesco Chirico, con gli assessori Marcello Cadavero, Luigi Carbone e Susy Cimminiello e i consiglieri Angela Parlato, Bianca Verde, Daniele Visconti. «Questo è un modo di impadronirsi di un luogo, non rovinandolo ma rendendolo bello. Una città si difende anche con il talento e la bellezza di questi ragazzi e la loro voglia di lottare», ha detto il sindaco.
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