Crisi rifiuti, ora Roma chiede aiuto a Napoli: dalla capitale cento tonnellate di monnezza al giorno

Crisi rifiuti, ora Roma chiede aiuto a Napoli: dalla capitale cento tonnellate di monnezza al giorno
di Daniela De Crescenzo
Sabato 10 Aprile 2021, 12:00
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Cento tonnellate di spazzatura al giorno stanno per arrivare da Roma, e per la prima volta sarà Napoli a soccorrere un'altra città in difficoltà. Ma solo per un breve periodo, forse per un mese, poi la situazione tornerà alla normalità. I rifiuti provenienti dal Lazio saranno lavorati nei tritovagliatori e poi spediti fuori regione insieme a tutti gli altri in partenza dalla Campania. La richiesta è arrivata il 2 aprile dalla Regione Lazio e da Ama (la società che raccoglie i rifiuti nella capitale) alla Sapna, la società della Città Metropolitana incaricata dello smaltimento. L'azienda capitolina, infatti, ha deciso di chiudere il Tmb (un impianto di lavorazione dei rifiuti) di Rocca Cencia e, al momento, non ha attivi contratti sufficienti a garantire l'esportazione della spazzatura: per questo ha chiesto soccorso a Napoli, ma anche alla Toscana. 

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Adesso, come spiega l'amministratore delegato di Sapna Gabriele Gargano, la richiesta è stata girata all'azionista, cioè alla Città Metropolitana e il sindaco, Luigi de Magistris, è sceso in campo sottoponendo la richiesta ai tecnici che stanno valutando i termini dell'accordo. «Ci rendiamo conto - spiega de Magistris - che bisogna ascoltare chi ha bisogno, a differenza di quanto magari è accaduto nei nostri confronti nel passato, ma dobbiamo fare approfondimenti di natura tecnica perché al primo posto vengono la città di Napoli e i novantadue Comuni dell'area metropolitana. Auspicherei di poter ascoltare direttamente dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, la portata dell'aiuto che Napoli dovrebbe dare alla Capitale». Secondo il primo cittadino gli impianti in questo momento sono tecnicamente in condizioni di accogliere rifiuti provenienti da Roma «grazie al lavoro enorme che abbiamo fatto in questi anni», come sottolinea con orgoglio. Il timore, però, che si ripetano i guasti che più volte hanno bloccato la lavorazione in passato. E non solo: nei prossimi mesi una linea del termovalorizzatore di Acerra andrà in manutenzione e si ipotizza anche un incremento della quantità di rifiuti. La prevista e auspicata riapertura di esercizi commerciali e di ristorazione comporterà inevitabilmente un incremento degli imballaggi e dell'umido. Ma soprattutto de Magistris spera nel ritorno dei turisti che, sostiene, «prima dell'avvento del Covid avevano fatto di Napoli la città che più cresceva per turismo e cultura». Quindi, secondo il sindaco, sono necessari approfondimenti «anche perché siamo in una fase critica in cui stiamo mettendo in sicurezza il ciclo interamente pubblico del trattamento dei rifiuti da parte della società provinciale attraverso i rapporti tra Sapna e gli Ato». Gli ambiti, varati solo sulla carta con il piano regionale dei rifiuti, infatti, sono rimasti finora non operativi. Poi è arrivata un'accelerata e il 31 marzo si è tenuto in Sapna un incontro per organizzare la presa in carico degli impianti attualmente gestiti dalla società provinciale. Gli ambiti 1-2-3 dovrebbero gestire non solo i tritovagliatori, ma anche le discariche ormai chiuse. Il passaggio di consegne, però, non sembra facile visto che non è stato ancora individuato «un percorso condiviso», come spiegano tutti i protagonisti della vicenda. Quindi il momento è delicato anche perché, bisogna ricordarlo, le strade restano libere dalla spazzatura soprattutto grazie ai contratti con gli impianti del Nord e del resto d'Europa che permettono l'esportazione a caro prezzo dei rifiuti. Resta rilevante, dunque, anche l'aspetto economico che è ancora in discussione in questi giorni. E non solo: è necessario che venga garantito lo smaltimento delle 900 tonnellate che vengono raccolte a Napoli ogni giorno: al netto della raccolta differenziata che a febbraio ha raggiunto il 37,5 per cento, devono essere agevolmente portate ai tritovagliatori, altrimenti il servizio va in tilt. Spiega Maria De Marco, presidente di Asìa, la società del Comune incaricata della raccolta dei rifiuti: «Deciderà il sindaco se accettare i rifiuti provenienti da Roma e sappiamo tutti che per lui la solidarietà è importante.

Per la nostra azienda è fondamentale, però, che sia tutelata e garantita la quota giornaliera di conferimento agli impianti assegnata alla città di Napoli. Da dicembre dello scorso anno possiamo portare a Caivano i rifiuti che raccogliamo, mentre prima i compattatori dovevano girare anche verso Tufino e Giugliano. La nuova organizzazione ci ha assicurato la tranquillità perché non dovendo correre da un impianto all'altro abbiamo la possibilità di lavorare bene e assicurare un buon servizio alla città». 

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