«Napoli, pago 2.700 euro all'anno per stare tutti i giorni tra montagne di spazzatura»

Cumuli di rifiuti a via Pier delle Vigne
Cumuli di rifiuti a via Pier delle Vigne
di Antonio Folle
Venerdì 19 Giugno 2020, 16:41 - Ultimo agg. 18:16
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La classifica sul costo della tassa per lo smaltimento dei rifiuti vede la città di Napoli ai primi posti in Italia. Il capoluogo partenopeo nella classifica stilata da Osservatorio Prezzi e da Cittadinanzattiva è preceduto solo da Catania, Cagliari e Trapani. La qualità del servizio offerto non è in linea con il notevole esborso per i cittadini - in particolare per le attività commerciali che pagano in molti casi anche alcuni notevoli "sovrapprezzi" - e le lamentele, specie nei quartieri popolari, sono all'ordine del giorno.

Se non si può non tener conto dell'atavica inciviltà di alcuni napoletani che con i loro comportamenti irresponsabili complicano non di poco il lavoro degli operai di Asìa, è altrettanto innegabile che il servizio offerto dalla partecipata del Comune di Napoli è in moltissimi casi carente.

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Gli interventi-spot non possono bastare a risolvere le molteplici emergenze segnalate ogni giorno dai cittadini. I commercianti e i residenti del quartiere San Carlo all'Arena sono nuovamente sul piede di guerra a causa dei mancati interventi di spazzamento - gli spazzini, denunciano i cittadini, fanno la loro comparsa solo una volta ogni venti giorni - e del prelievo a "singhiozzo" dei rifiuti che si accumulano qui e la. A via Abate Minichini, a piazza Giambattista Vico, a via Pier delle Vigne e a via Bernardo Tanucci le maggiori criticità segnalate dai cittadini.

Poche ore fa Asìa, su impulso della consigliera della III Municipalità Valeria Vespa, è intervenuta proprio su via Abate Minichini per rimuovere le campane per la raccolta differenziata che, invece di migliorare il sistema di raccolta, diventavano vere e proprie mini-discariche che in molti casi impedivano anche il transito pedonale sui marciapiedi. Una scelta, quella di rimuovere le campane, che come sempre ha "spaccato" il quartiere tra chi si dice favorevole a tale tipo di intervento e chi, invece, vede la rimozione delle campane come una sconfitta delle istituzioni e una resa nei confronti degli incivili. 

«Hanno rimosso le campane - spiega Gabriele Esposito, residente del quartiere - pensando di risolvere una volta per tutte il problema delle discariche si vanno accumulando sul nostro quartiere, ma invece hanno creato solo ulteriori disagi. Adesso i commercianti e i residenti non sanno dove andare a buttare i rifiuti differenziati e il rischio è che gli incivili, che qui non mancano, decidano di abbandonare i sacchetti in strada. Una cosa che si sta già verificando».
 

 

Le maggiori critiche all'azienda guidata da Maria de Marco, però, sono rivolte all'insufficiente servizio di spazzamento manuale da parte degli operatori ecologici. Le deiezioni canine, come hanno denunciato i commercianti, restano sui marciapiedi a fare brutta mostra di se anche per giorni interi. 

«Lo spazzino che vediamo ogni due-tre settimane dice che non è suo compito rimuovere le deiezioni canine dai marciapiedi - afferma Maurizio Cacace, giovane commerciante di via Minichini - ma di certo non è compito mio prelevare le feci degli animali di qualche incivile proprietario che non sa cosa sia l'uso di paletta e sacchetto. Così ci troviamo nella condizione di essere costretti a spazzare da soli i marciapiedi o di rassegarci a tenerci per settimane la sporcizia, fino ad una provvidenziale pioggia che lavi via le deiezioni». 

Via Abate Minichini è finita più volte nel mirino delle critiche proprio per l'insufficiente pulizia delle strade che, in molti casi, arriva a penalizzare attività commerciali che corrispondono canoni Tari altissimi. È il caso della pizzeria Caterina che, come ha spiegato il suo titolare, versa 2700 euro all'anno alle casse comunali per poi essere costretto a sostituirsi tutti i giorni agli spazzini.

«È assurdo quello che avviene da queste parti - racconta Alessandro Salomone - non solo paghiamo una cifra altissima al Comune per il servizio, siamo pure costretti ad armarci di scopa e paletta per tenere puliti gli spazi esterni alle nostre attività. Ci sentiamo notevolmente penalizzati da questa situazione, ancora di più se si pensa che noi lavoriamo nel settore food e che per noi la pulizia è la prima regola. Basti pensare - prosegue il pizzaiolo - che di giorno sono costretto a parcheggiare la mia auto all'esterno del mio negozio per evitare che qualcuno parcheggi e lasci l'auto per giorni, dando una ulteriore scusa agli spazzini per non fare il loro dovere. Di sera, prima di chiudere, sposto l'auto e spazzo anche sotto per evitare che la spazzatura si accumuli e attiri topi e blatte che in questa zona non mancano». 
 

Le montagne di sacchetti che si sono accumulati ormai da giorni a via Pier delle Vigne testimoniano che il semplice spostamento di alcune campane per la raccolta differenziata - per l'estensione del pap da queste parti bisognerà aspettare ancora a lungo - non poteva essere un mezzo efficace per risolvere un problema atavico che richiederebbe con ogni probabilità soluzioni più incisive. A cominciare, tanto per fare un esempio, dalla presenza di ispettori ambientali nel quartiere per sanzionare i numerosi gesti di inciviltà compiuti da cittadini troppo poco disciplinati.

Anche a piazza Giambattista Vico, una delle più importanti del territorio, i commercianti si danno il cambio per cercare di tenerla il più pulita possibile. Gesti di civilità e di amore per il territorio che, purtroppo, passano troppo spesso inosservati e che invece dimostrano come anche in questa disastrata parte di quartiere esista una maggioranza silenziosa di cittadini pronti a fare la loro parte e che non andrebbero abbandonati all'incivilità di pochi.

«La situazione in questo quartiere è sempre stata complessa - spiega il consigliere della III Municipalità Gennaro Acampora - e anche in queste ore stiamo assistendo a fatti molto poco piacevoli per chi vive qui.
I commercianti oltre a pagare una Tari salatissima si impegnano in prima persona per tenere pulito il quartiere ma, ovviamente, non si può pensare di demandare ai cittadini un servizio che dovrebbe essere erogato da chi è pagato per farlo. Piazza Giambattista Vico - prosegue l'esponente del terzo parlamentino - potrebbe diventare l'agorà di questo quartiere, invece il più delle volte è abbandonata ad un triste degrado mitigato solo dai pietosi interventi dei commercianti che si armano di scopa e paletta e puliscono alla meglio. Non è così - conclude - che va gestito il territorio e non è così che portano a casa i risultati». 

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