Napoli Est, la «strada della monnezza» diventa il mercatino abusivo dei rom

Il ghetto urbano di via de Roberto
Il ghetto urbano di via de Roberto
di Antonio Folle
Lunedì 20 Gennaio 2020, 19:14 - Ultimo agg. 23:09
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Via de Roberto, una delle principali arterie viarie dell'area orientale della città, è finita più volte nel mirino delle critiche per le terribili condizioni in cui versa e per la presenza in zona di un enorme mercatino abusivo gestito da rom - e da qualche napoletano - dove è possibile trovare dalle scarpe usate agli oggetti di elettronica. Da qualche giorno, come hanno segnalato i residenti, i mercatali non si stanno facendo vedere a causa dei controlli da parte della polizia municipale. Lo scempio dei rifiuti, però, è rimasto. A via de Roberto e nelle strade che la costeggiano sono abbandonate diverse tonnellate di spazzatura - un lascito del mercato abusivo - che da alcuni mesi attendono di essere prelevate.
 


I residenti della zona, insieme ai commercianti e agli imprenditori che hanno fondato le loro aziende proprio su via de Roberto, hanno dato vita ad un comitato civico - il comitato Stop al degrado di via de Roberto - per chiedere al Comune di Napoli di interessarsi della situazione, senza ottenere, almeno per il momento, alcun risultato di rilievo. I vertici di palazzo San Giacomo, come testimoniano le numerose Pec e gli ancora più numerosi messaggi privati inviati alle varie segreterie comunali, sono perfettamente a conoscenza della situazione che, invece di migliorare, peggiora di giorno in giorno. Per via de Roberto, in passato - anche recente - ci sono stati precisi impegni da parte di alcuni esponenti del quarto parlamentino. Al netto di qualche timido tentativo di ripulire il quartiere e serrare i ritmi di sorveglianza, però, non ci sono stati miglioramenti di rilievo e la zona si sta lentamente trasformando in un ghetto urbano dove le aziende fanno sempre più fatica a sopravvivere. 

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Nella strada che fa da confine della IV Municipalità sono numerosissimi gli sversamenti abusivi di rifiuti da parte di incivili provenienti con ogni probabilità dalla provincia. Alcuni beffardi cartelli indicano la presenza di telecamere di videosorveglianza e il divieto tassativo di abbandonare rifiuti in strada.

Se via de Roberto è un vero e proprio disastro, non sono di certo migliori le condizioni di via del Macello o del Rione Luzzatti, dove da settimane i sempre più esasperati residenti segnalano - anche attraverso dettagliati reportage fotografici sui social network - la massiccia presenza di rifiuti e i mancati interventi di spazzamento. Nell'ex area Nato - attualmente sotto sequestro - una lunghissima fila di scarpe parzialmente bruciate offrono un orribile spettacolo al rione dove è stata girata la fiction L'amica geniale e testimoniano la tranquillità con la quale vengono abbandonati i rifiuti. A via del Macello, su una struttura abbandonata e anch'essa diventata ritrovo per senza fissa dimora e luogo dove abbandonare rifiuti industriali, campeggia una citazione del sindaco de Magistris: «Un bene comune affidato - si legge - è un bene liberato». 
 

La piccola area verde che chiude via de Roberto è diventata anch'essa una maxi discarica. Un vero e proprio tappeto di spazzatura che la rendono di fatto inservibile e dove persino i giochi destinati ai più piccoli sono stati vandalizzati senza alcuna pietà.

Intere zone della città sembrano essere state completamente dimenticate da Asìa e dal Comune di Napoli che ormai non riesce più a tamponare la continua emergenza. Tra poche ore un consiglio comunale monotematico discuterà l'attuale situazione e cercherà - è la speranza degli ormai disillusi cittadini napoletani - di trovare una soluzione. «Ormai - recita una nota del presidente della Commissione Trasparenza Mimmo Palmieri - in gran parte dell'area metropolitana si è arrivati a un soddisfacente equilibrio nel ciclo dei rifiuti, raggiungendo importanti percentuali di raccolta differenziata che si collocano tra il 50 e il 70 per cento, a Napoli città, invece, gli ultimi dati certificati dall'osservatorio regionale parlano di un 34% di raccolta differenziata e l'Asia ha addirittura preannunciato un calo della raccolta nel corso del 2019.
Napoli - prosegue la nota - è di gran lunga il maggiore produttore di rifiuti della Campania e il no alle discariche, ma anche ai termovalorizzatori e in generale all'impiantistica da parte dell'amministrazione comunale ha posto le basi di una emergenza permanente, che è poi quella che i napoletani stanno vivendo da anni in alcune zone della città, soprattutto a Napoli Est». 

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