Ercolano, chiuse le iscrizioni alla materna: «La scuola pubblica è un diritto, ritirate il provvedimento»

Ercolano, chiuse le iscrizioni alla materna: «La scuola pubblica è un diritto, ritirate il provvedimento»
Mercoledì 24 Agosto 2022, 17:04
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«In nome di un presunto risparmio per le casse comunali, il sindaco di Ercolano chiude a mille famiglie la facoltà di iscrivere i loro figli alla scuola materna pubblica e crea profondi disagi professionali alle 7 maestre assunte a seguito di concorso per svolgere questo ruolo. Una scelta inconcepibile, che non riusciamo a comprendere, ed alla quale ci opporremo in tutte le sedi, non escludendo eventuali azioni legali a difesa del diritto delle lavoratrici di svolgere la funzione di propria competenza».

Luigi D’Emilio, leader della Cisl funzione pubblica dell’area metropolitana di Napoli, contesta la posizione assunta dal primo cittadino Buonajuto, che ha motivato la decisione di chiudere il servizio per l’assenza di bambini. «Una bugia colossale – afferma D’Emilio – confermata dai dati verificabili presso l’ufficio anagrafe, dove risultano 1798 bambini nati dall’1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2020, dunque nella fascia di età da 3 a 5 anni prevista dalla legge per la scuola dell’infanzia. Non sappiamo quanti di questi avrebbero chiesto di frequentare, visto che non è stato possibile presentare neanche la domanda di iscrizione. Una bugia – aggiunge il segretario generale - che porta con sé due conseguenze gravi. Per i residenti, costretti a rivolgersi ai privati per educare i propri figli, con ulteriori aggravi economici per le famiglie già tartassate da una crisi economica spaventosa, con una inflazione ormai a circa due cifre ed aumenti pazzeschi della tariffe energetiche. E per le dipendenti, messe in disponibilità e private del diritto costituzionalmente garantito, di prestare l’attività nel rispetto delle mansioni ad esse affidate».

La Cisl Fp ha dato mandato al proprio ufficio legale per verificare eventuali danni che possono derivare al personale comunale che non ha più il settore di appartenenza. «Andremo fino in fondo – conclude D’Emilio – per fare piena luce su un provvedimento sbagliato, che chiediamo di ritirare da subito e per sempre, garantendo un servizio pubblico primario ed indispensabile».

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