Ercolano, l'amico lo tradì con un bacio: condannati i quattro killer

Ercolano, l'amico lo tradì con un bacio: condannati i quattro killer
Giovedì 24 Maggio 2018, 10:28 - Ultimo agg. 10:33
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Il bacio di un amico che l'aveva tradito aveva aperto la strada ai killer del clan Gionta, in trasferta per conto degli alleati dei Birra-Iacomino per punire i rivali degli Ascione-Papale. La Corte d'Appello di Napoli «cancella» quattro ergastoli, ma condanna tutti i membri del commando che uccise Gaetano Pinto, pregiudicato di Ercolano, ammazzato nella sua abitazione di corso Umberto il 19 maggio 2007, nel clou della faida di camorra ercolanese. La confessione ha permesso a Ciro Uliano, detto «ciuciù», di ottenere lo sconto maggiore sulla condanna: venti anni di reclusione per lui, che non ha collaborato ma ha ammesso le sue colpe. Per i fratelli Stefano e Giacomo Zeno, basisti dell'agguato, trent'anni di reclusione. Stessa pena per Gioacchino Sperandeo, affiliato al clan Gionta, ritenuto uno degli esecutori materiali del raid con il pentito Michele Palumbo, alias «munnezza», uno dei killer più spietati dei «valentini», che uccise Pinto nonostante in casa ci fossero la moglie e la bimba di appena due anni.
 
Un agguato ricostruito in ogni minimo dettaglio dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco, coordinati dall'allora magistrato dell'Antimafia Pierpaolo Filippelli (oggi procuratore aggiunto a Torre Annunziata), che hanno condotto indagini accurate fin dalle prime ore, che portarono all'arresto del «traditore» e, grazie alle conferme dei collaboratori di giustizia, anche di tutti i partecipanti all'organizzazione di quell'omicidio di camorra. Pinto, che spacciava per conto degli Ascione-Papale, era già sfuggito ad un altro agguato. Per ucciderlo, i Birra-Iacomino usarono l'escamotage dell'amico traditore, che baciò la vittima, con un piede impedì la chiusura della porta mentre usciva da casa della vittima designata e diede il via libera ai killer dei Gionta.
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