Minacce al sindaco di Ercolano, il caso in Consiglio

Minacce al sindaco di Ercolano, il caso in Consiglio
di Maurizio Capozzo
Giovedì 12 Maggio 2016, 09:23
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ERCOLANO - L’eco delle parole del premier Renzi sul sindaco Buonajuto - “minacciato una volta alla settimana dalla camorra” - non si è ancora spenta quando i consiglieri comunali si chiudono nell’aula del palazzo di città per discutere di legalità. Un consiglio comunale rigorosamente a porte chiuse per parlare in libertà e fuori dagli schemi mentre Ercolano torna alla ribalta, suo malgrado, come città di camorra e dei paradossi. Da un lato la procura e le forze dell’ordine che hanno fatto piazza pulita di boss e gregari e chiarito le dinamiche delle faide degli ultimi decenni, dall’altro il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nel tessere le lodi di uno dei suoi fedelissimi della prima ora, il sindaco Ciro Buonajuto, rivela che lo stesso sarebbe costantemente sotto minaccia da parte della camorra.

Parole che hanno avuto l’effetto di un macigno in uno stagno e scatenato diverse reazioni seppure accomunate da analoghe considerazioni. Nessuna denuncia nelle mani delle forze dell’ordine, nessuna misura di tutela adottata dal prefetto nei confronti del sindaco, eppure Renzi è chiaro. Vogliono vederci chiaro i consiglieri comunali, vogliono capire i cittadini, se la città è uscita dal tunnel o se c’è ancora l’ombra della camorra che frena la ripresa.

Il sindaco Buonajuto è intervenuto a margine della seduta: «Ritengo che sia sempre importante parlare di legalità e lotta alla criminalità in qualunque sede e in qualunque modo. Nel caso specifico, voglio ringraziare quanti mi hanno espresso solidarietà e vicinanza dopo le parole pronunciate dal premier in Tv. Chiunque fosse stato sindaco di una città come Ercolano avrebbe dovuto confrontarsi con una realtà complicata nella quale non è inusuale ricevere messaggi particolari. In questo primo anno di amministrazione, sono stato molto severo nell’applicazione del rispetto della regolarità e trasparenza di atti e procedure che riguardano appalti pubblici e atti di ordinaria amministrazione e non escludo che questa cosa possa aver intaccato sistemi e interessi consolidati».
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