Maturità 2022, l'esame in corsia di Salvatore e Pasquale: «Una sfida che non fa paura»

Maturità 2022, l'esame in corsia di Salvatore e Pasquale: «Una sfida che non fa paura»
Maria Pirrodi Maria Pirro
Mercoledì 22 Giugno 2022, 23:58 - Ultimo agg. 23 Giugno, 14:31
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Salvatore si è trasferito al Bambino Gesù di Roma tre anni fa per curare una leucemia, Pasquale è arrivato ad aprile scorso. Entrambi di Nola, in questa sistemazione provvisoria, piena di preoccupazione per la malattia, hanno portato la grinta della loro età. E hanno incrociato le penne come fossero spade, pronti alla sfida: l’esame di maturità. «Abbiamo già vinto la battaglia della vita» spiega il 19enne, che ha il record di permanenza in corsia tra il reparto di oncoematologia e la terapia intensiva. L’altro, più timido, aggiunge: «Per noi è stato importante continuare a studiare nella scuola interna all’ospedale». Ieri, come gli altri 500mila coetanei, sono rimasti per sei ore chini sui banchi, in un’aula speciale, le loro mamme ad aspettarli nei corridoi per chiedere subito com’era andata la prima prova, il compito di italiano. «Ho optato per l’attualità: ho scelto il tema sull’iperconnessione», dice Salvatore: «Di sofferenza ne ho vissuta in questi tre anni più che a sufficienza, non mi andava di parlare della pandemia. Ho preferito di guardare al futuro ed esporre pensieri positivi». Il papà, l’ingegnere Erasmo Caliendo, si commuove quando il figlio indica la lezione più importante appresa, per necessità, dopo il trasloco di tutta la famiglia a Roma. 

«Abbiamo imparato a vivere alla giornata e a ridimensionare i problemi che non sono di salute. Tutte sciocchezze. Da questa prospettiva persino la temuta maturità diventa una prova più facile, questo vorrei dire agli altri candidati in ansia: sicuro lo è più dei due trapianti». Salvatore è comunque un ragazzo preparatissimo. «In classe, al liceo classico Carducci, aveva la media più alta, del 9: in ospedale sono entrati prima i libri e poi lui» afferma orgogliosa mamma Maddalena, ricordando che il suo “bimbo” ha festeggiato in corsia la maggiore età, durante l’emergenza Covid, e la Comunione della sorellina è stata anche celebrata nella cappella del Bambino Gesù. «A Pasqua, perché lui potesse partecipare».

Certo, i periodi più duri sono stati quelli in isolamento. «Due volte, zero contatti con la mia famiglia. Mi sono ritrovato in una stanza da solo, senza potermi muovere, non capivo la differenza tra giorno e notte». 

Una volta fuori pericolo, i docenti incaricati gli hanno consentito di riprendere la preparazione nella camera di degenza, in spazi condivisi con altri allievi e mediante la didattica a distanza. E ora solo per Salvatore si è costituita una commissione interna composta dai professori del “Virgilio” di Roma assegnati al Bambino Gesù. «Un’esperienza che non ha precedenti: anche per Pasquale, il collegamento è sempre stato fatto con l’istituto di provenienza» chiarisce Rossana Auletta, coordinatrice della scuola superiore in ospedale. «Vogliamo ringraziare tutti gli insegnanti» sottolineano ragazzi e genitori, mentre papà Caliendo si commuove di nuovo, ricordando l’impegno fuori orario del professore di storia e filosofia del Carducci, Luigi Napolitano, integrato in commissione dalla Regione Campania. «Lui mi ha dato la spinta, sin all’inizio, per non mollare», interviene Salvatore. «Telefonava anche la domenica», aggiunge Caliendo senior. Un trillo, dopo la campanella. 

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