Due detenuti in fuga dal carcere di Nisida, aperta l'inchiesta: arrivano gli 007 da Roma

Due detenuti in fuga dal carcere di Nisida, aperta l'inchiesta: arrivano gli 007 da Roma
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 5 Giugno 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:00
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Dell'evasione gli agenti si sono accorti molte ore dopo la fuga quando, contando i giovani detenuti del carcere di Nisida, hanno realizzato che ne mancavano due. Solo lunedì mattina è scattato l'allarme. Da un primo sopralluogo si è ipotizzato che i due si fossero allontanati calandosi all'esterno, forse con una scala. I ragazzi non sarebbero scappati dalle cosiddette aree comuni. I sindacati di polizia sottolineano che il carcere è un cantiere a causa di lavori in corso, ma sulla vicenda regna un grande riserbo. Immediatamente sono scattate le indagini della procura ordinaria e di quella minorile: gli agenti sono stati interrogati per molte ore, ma non sembrano risultare buchi nell'organizzazione della sorveglianza. Contemporaneamente è partita la ricerca dei giovani. Il dipartimento di giustizia minorile, guidato da Gemma Tuccillo, ha inviato sul posto i propri ispettori.
 
La notizia è stata diffusa dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria: «I detenuti fuggiti nella notte sono due nordafricani» e si tratta di un «evento prevedibile». Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania spiega: « già in atto una ispezione dipartimentale per ricostruire il grave evento. Ora bisogna assicurare al più presto alla giustizia i due fuggitivi, ma è evidente che una riflessione seria deve essere fatta sul sistema generale della giustizia minorile». Il sindacato chiede un rafforzamento delle misure di sicurezza e Donato Capece, segretario generale dell'organizzazione, sostiene: «Quel che denuncia il Sappe da tempo si sta verificando: la sicurezza nelle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, senza più le sentinelle della Polizia di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, e dalla mancanza di personale».

A Nisida, però, non esiste una situazione di sottorganico, anzi. In questo momento nel carcere ci sono 47 detenuti di cui 8 donne. La capienza sarebbe di 73 carcerati. Gli agenti in servizio, su diversi turni sono 73, quasi il doppio dei detenuti. Ma Carmine D'Avanzo, responsabile del settore minorile chiede il ripristino della sorveglianza navale a Porto Paone (la baia su cui si affaccia l'isolotto) e un moderno sistema di videosorveglianza che permetta di monitorare in tempo reale i movimenti dei detenuti. Il garante per i detenuti, Samuele Ciambriello, invece sostiene: «In questo caso non c'entra niente né la vigilanza dinamica, né il regime aperto. Per i minori, infatti, non esistono proprio. È vero, invece, che in tutt'Italia, e quindi anche ad Airola e Nisida, i minorenni si contano sulle dita di una mano. Ormai la stragrande maggioranza dei ristretti sono giovani adulti tra i 18 e i 25 anni anche con reati gravi. In questo senso va riorganizzato sia il sistema di sicurezza che il programma rieducativo».

Le fughe dal carcere minorile non sono una novità, nel corso degli anni se ne sono contate parecchie, ma generalmente si concludono nello spazio di poche settimane (ma anche di poche ore) con l'arresto del latitante, a cui resta, poi, una pena più grave da scontare. Spesso si tratta di bravate, tentativi di dimostrare ai compagni che si è veri duri, raramente, invece, la ricostruzione dei fatti ha dimostrato tentativi studiati e pianificati con largo anticipo. L'ultima evasione poco meno di un anno fa, ma il latitante era stato rintracciato in piazza Principe Umberto, meno di un mese dopo. Il ragazzo era fuggito dopo aver partecipato ad alcune attività presso un circolo sportivo: era sfuggito al controllo degli agenti e si era allontanato facendo perdere le sue tracce. Nel gennaio del 2018 l'episodio forse più grave: un agente era stato strattonato, aggredito a calci e pugni e poi sequestrato da tre detenuti che, dopo aver chiuso l'uomo in uno stanzino, avevano cercato di aprire le celle dei compagni di prigionia senza però riuscirvi senza riuscirvi.
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