Bilanci falsificati e evasione fiscale: sequestrate altre quattro aziende

Bilanci falsificati e evasione fiscale: sequestrate altre quattro aziende
di Dario Sautto
Domenica 9 Giugno 2019, 12:00
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Altre quattro aziende avrebbero evaso il fisco, falsificato i bilanci, evitato di dichiarare redditi o dimenticato di presentare le ritenute d'acconto per alcuni dipendenti. Un buco calcolato per almeno due milioni di euro, per due ditte che operano nel settore delle pulizie e altre due aziende agricole specializzate in ortofrutta, tutte con sedi tra Sant'Antonio Abate, Torre Annunziata e Napoli. In una settimana, i finanzieri del gruppo di Torre Annunziata, guidati dal colonnello Agostino Tortora, hanno messo i sigilli a beni per due milioni di euro, ai danni di cinque indagati per vari reati di natura fiscale. I sequestri per equivalente, chiesti dalla Procura di Torre Annunziata e disposti dall'ufficio gip oplontino, hanno riguardato denaro contante, conti correnti, titoli, immobili, auto, scooter e quote societarie.
 
Da inizio anno non si tratta dei primi sequestri. A chiusura di indagini finanziarie delle varie compagnie del Gruppo (Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco e la tenenza di Massa Lubrense) la guardia di finanza ha assicurato all'Erario beni per undici milioni di euro, che serviranno a coprire gli eventuali «buchi» lasciati da decine di società, dall'area oplontina a quella stabiese, fino alla Penisola Sorrentina, accusate di aver evaso il Fisco. «La Procura di Torre Annunziata spiega in una nota il procuratore facente funzione, Pierpaolo Filippelli ha conferito specifico impulso alle misure cautelari patrimoniali da applicare nei confronti degli evasori». Un modo concreto per colpire chi viene accusato di reati tributari e fallimentari e, contemporaneamente, compie una vera e propria opera di concorrenza sleale nei confronti dei competitor nei vari settori di riferimento, che pagano regolarmente le tasse e, così, non riescono a tenere prezzi così bassi nella vendita di beni o servizi. I controlli dei finanzieri hanno riguardato in particolare anche l'accumulo di ricchezze da parte di imprenditori che, in realtà, evadevano le imposte. La disparità tra i redditi dichiarati e l'effettiva quantità di denaro e beni in possesso, poi, hanno permesso agli investigatori di poter ottenere in tempi rapidi la possibilità di sequestrare i beni.

Sotto sequestro sono finiti i soldi presenti su 71 rapporti finanziari, 70 immobili, 75 veicoli e 18 quote societarie, per l'ammontare appunto di undici milioni di euro. Nell'ultima settimana, poi, sono scattati gli ultimi sequestri, da due milioni che si sono aggiunti ai nove accumulati in appena cinque mesi. Ai cinque imprenditori indagati, titolari di quattro aziende, sono contestati diversi reati, come l'utilizzo di false fatture, infedele o omessa dichiarazione dei redditi, mancato versamento delle ritenute a titolo di sostituto d'imposta per i dipendenti, che avevano permesso di accumulare almeno due milioni «extra». Ad eseguire i sequestri sono stati i finanzieri delle compagnie di Torre Annunziata e Castellammare, agli ordini del maggiore Luigi Starace e del capitano Salvatore Della Corte. Verifiche fiscali e controlli verso aziende «segnalate» sono tuttora in corso e potrebbero portare ad altri sequestri patrimoniali, come avvenuto nei mesi scorsi per un'azienda edile di Gragnano accusata di aver trasferito la proprietà di capannoni e mezzi ad una società con sede a Malta per nascondere tutto al Fisco italiano e ad eventuali creditori, dopo il fallimento dichiarato nel 2015. Gli immobili erano tutti in provincia di Parma, dove la ditta aveva costruito un piccolo impero.
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