Stato, Regione Campania e privati: firmato a Nola il patto per sostenere l'export campano

Stato, Regione Campania e privati: firmato a Nola il patto per sostenere l'export campano
di Carmen Fusco
Sabato 23 Luglio 2022, 08:30
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Avrebbe voluto firmare il nuovo patto di fiducia e di unità nazionale invocato da Draghi, se non altro non ha dovuto rinunciare a quello che potrebbe essere uno dei suoi ultimi atti ufficiali, la firma in calce all'accordo per l'Export che ieri mattina è stato sottoscritto a Nola tra ministero degli Esteri, Regione Campania, Agenzia Ice e Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale della Campania. Nella sala congressi dell'Interporto campano Luigi Di Maio, titolare della Farnesina, ha tenuto a battesimo la riedizione di un modello lanciato nel 2020, in piena pandemia da Covid, per favorire la ripresa economica delle imprese made in Italy. A distanza di due anni si è sentita la necessità di aggiornare il protocollo alla luce di nuove e gravi emergenze, come quella determinata dal conflitto in atto in Ucraina, che hanno come diretta conseguenza i rincari record in fatto di energia e le difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime e negli scambi commerciali. È per questo che l'esplicativo - e profetico vista la caduta del governo Draghi - titolo assegnato al Patto dell'Export parla di «sfida dell'internazionalizzazione nei nuovi scenari di crisi». 

«Inauguriamo - ha detto non a caso Di Maio - un nuovo corso del Patto per l'Export: diamo il via a una cooperazione rafforzata tra istituzioni, a livello centrale e locale, e territori per rendere sempre più efficace il sostegno della Farnesina ai processi di internazionalizzazione. Come Italia non possiamo perdere questa occasione, soprattutto a fronte delle sfide che il complesso scenario internazionale ci pone innanzi». «Abbiamo davanti settimane importanti verso le elezioni del 25 settembre ma - ha tenuto a rassicurare il ministro - quello costruito al ministero è un percorso istituzionale che andrà avanti se le aziende lo alimenteranno». La nuova sfida mette al centro i territori e le aziende che vi operano, senza dimenticare che é proprio la Campania, tra le regioni del Sud, a detenere il primato delle esportazioni. È per questo che si è scelta Nola, e il suo cuore economico, per annunciare le nuove iniziative messe in campo per sostenere le imprese anche attraverso la collaborazione tra le istituzioni e tra pubblico e privato. «Aver scelto il Nola Business Park come luogo per la sottoscrizione del Protocollo tra Stato, Regione e privati - ha sottolineato, infatti, Claudio Ricci, amministratore delegato di Cis s.p.a. - è la conferma che il nostro Distretto non è solo un luogo dove sono presenti centinaia di imprese bensì un possibile modello di riferimento». Gli ha fatto eco il sindaco di Nola, Carlo Buonauro che ha rimarcato il valore della collaborazione intesa come formula destinata a far crescere e valorizzare non solo le imprese ma l'intero contesto.

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Misure a sostegno delle aziende, internazionalizzazione, digitale e green, informazioni per l'accesso agli strumenti di finanza agevolata, definizione di azioni promozionali dedicate: la via maestra non solo per favorire la competitività sui mercati, ma anche per avviare un necessario processo di modernizzazione che possa rafforzare le realtà imprenditoriali. Propositi illustrati a un parterre di addetti ai lavori e spunto per le successive tavole rotonde che hanno animato la giornata organizzata nel centro congressi del Nola business Park. «Il Patto per l'Export ha riconosciuto a Simest un ruolo fondamentale nel supporto alle imprese italiane, soprattutto PMI, nel post-pandemia. Questo impegno prosegue e si potenzia ora, nel complesso scenario caratterizzato dalla crisi in Ucraina. Attraverso il Fondo 394, che Simest gestisce in convenzione con la Farnesina, stiamo sostenendo e sosterremo - ha evidenziato Regina Corradini D'Arienzo, l'amministratore delegato della società del gruppo Cassa depositi e prestiti le imprese particolarmente penalizzate dal conflitto. È già operativo uno strumento per aiutare le aziende colpite sul fronte delle esportazioni; da settembre ne lanceremo un altro per le imprese colpite sul fronte degli approvvigionamenti.

Si tratta di finanziamenti a tasso zero con cofinanziamento a fondo perduto fino al 40%: rappresentano quindi un solido contributo, in grado di salvaguardare la competitività internazionale del tessuto produttivo italiano e favorire la ricerca di nuovi mercati alternativi». 

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