Faida di camorra a Ponticelli, torna l'incubo della strategia stragista

Faida di camorra a Ponticelli, torna l'incubo della strategia stragista
di Giuseppe Crimaldi e Luigi Sabino
Domenica 24 Luglio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 15:13
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Inferno Ponticelli. Due agguati dinamitardi in poche ore. Tutto in una notte, quella tra venerdì e sabato: non si ferma l'escalation di violenza alimentata da due blocchi di delinquenti che si contendono - sotto gli occhi di uno Stato che per tante persone oneste, i residenti costretti a vivere nella zona della periferia orientale di Napoli, assiste impotente e ritardatario nelle sue risposte di legge - le piazze dello spaccio e il predominio delle estorsioni. Un po' come succede anche a Pianura e - di volta in volta e a macchia di leopardo - in tante altre zone dell'area metropolitana e della terza città d'Italia. Sullo sfondo, a rendere ancora più inquietante la situazione ci sono due scarcerazioni eccellenti: quella dei boss Francesco De Martino e di Cristian Marfella. In questo clima esplode la rabbia tra gli abitanti della zona: «Basta! Siamo stufi, ci sentiamo abbandonati - dicono le poche voci che ancora vogliono farsi sentire, e che però vogliono rimanere anonime, perché questa camorra stracciona fa pur sempre paura - E adesso non venissero a chiederci i voti per le prossime elezioni! Li prenderemo a calci in c...».

Nessun dubbio sul fatto che a Ponticelli sia ripresa la guerra tra i De Micco e i De Luca Bossa, con relativi, pessimi aggregati.

Senza esclusione di colpi. E mentre, dopo oltre un anno, si aspetta ancora che venga identificato e assicurato alle patrie galere l'artificiere che continua a sfornare bombe artigianali per questo o quel clan in lotta, i segnali di fumo più nero avvolgono il quartiere senza pace. 

L'altra notte, ancora agguati dinamitardi con due bombe esplose: la prima, intorno all'una, in via Virginia Woolf - ai confini con Cercola - dove un ordigno è stato fatto scoppiare sotto la Jeep (distrutta dalle fiamme) intestata ad una donna. Danneggiate gravemente anche altre tre vetture che erano parcheggiate poco distante. Il secondo è avvenuto, appena due ore dopo, in via Luca Pacioli: qualcuno ha lanciato un ordigno da una vettura in transito sul cavalcavia. Anche in questo caso ci sono delle auto carbonizzate. Indagini della polizia. Nei giorni scorsi c'è stato, sempre a Ponticelli, un duplice delitto nel quale ha perso la vita un operaio, ucciso solo perché era nell'abitazione del vero obiettivo del sicario che nella stessa giornata si è costituito.

Uno scontro senza esclusione di colpi che, in pochissimi giorni, ha fatto già registrare un duplice omicidio e azioni eclatanti, le bombe di via Wolf e via Pacioli. 

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Le bombe porterebbero il marchio di fabbrica dei De Luca Bossa, il sodalizio che controlla il Lotto 0 di via Cleopatra e che, da anni, si contrappone ai De Micco, i famigerati Bodo. Una guerra di cui proprio gli ordigni, soprattutto quelli di produzione artigianale, sono stati il segno distintivo. Poco più di un anno fa, una bomba, ad altissimo potenziale, fu lanciata da un cavalcavia nei pressi di via Esopo. Obiettivo un'area di sosta sottostante luogo di ritrovo abituale del gruppo De Martino, all'epoca alleato dei De Micco. Un'esplosione che causò, oltre alla distruzione di diversi veicoli, una voragine del diametro di diversi metri. I responsabili, tutti appartenenti ai De Luca Bossa, furono arrestati poco dopo. La deflagrazione era stata talmente potente da mandare in panne l'auto usata dal commando permettendo, grazie ai rilievi, di catturare tutti i componenti. Un'altra bomba, nell'ottobre scorso, fu lanciata a pochi passi dall'abitazione dei De Micco. La risposta fu l'uccisione di Carmine D'Onofrio, figlio di un esponente di primo piano dei De Luca Bossa. Episodi, quindi, che sembrano indicare i ras del Lotto 0' come i principali sospettati per gli ordigni della scorsa notte. Eppure, se fino a qualche settimana fa questa sarebbe stata ritenuta la pista più attendibile, adesso non è più così. I De Micco, infatti, non hanno più soltanto i De Luca Bossa da fronteggiare ma anche gli ex alleati De Martino. La scarcerazione di Francesco De Martino, boss indiscusso del rione Fiat, ha causato una frattura insanabile all'interno del cartello criminale, frattura che ha portato all'uccisione di Carlo Esposito, fedelissimo dei De Martino. Un agguato costato la vita anche a una persona estranea ai clan. Si tratta di Antimo Imperatore, il manovale trucidato dai killer solo perché si trovava all'interno dell'abitazione di Esposito per eseguire dei piccoli lavori di ristrutturazione. Alleanze saltate, vecchi e nuovi rancori e conti da regolare. Ponticelli è una polveriera e il timore, ora, è che il peggio debba ancora arrivare.

 

Voglia di parlare e commentare: zero. Fa eccezione l'anziano docente di scuola elementare ormai in pensione, uno dei tanti residenti costretti a vivere sotto la cappa del terrore: «Sono un miracolato - dichiara al Mattino - L'altra notte un quarto d'ora prima che si scatenasse l'inferno in via Wolf ero sceso a con il cane in strada. Questione di minuti, e forse adesso non sarei più vivo: quell'esplosione è stata micidiale». Poi arrivano due ceffi su uno scooter e chiedono al cronista: «Chi sei, che vuoi, ma perché fai domande?». Proviamo a girare un interrogativo: «Ma secondo voi chi ha fatto esplodere la bomba?». Risposta beffarda: «Scrivi pure che è stata l'Isis...». 

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