Faida di camorra a Ponticelli, scarcerato il boss Francesco De Martino: così il ritorno di XX ha spezzato gli equilibri

Faida di camorra a Ponticelli, scarcerato il boss Francesco De Martino: così il ritorno di XX ha spezzato gli equilibri
di Luigi Sabino
Sabato 23 Luglio 2022, 17:33 - Ultimo agg. 24 Luglio, 10:25
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Sarebbe stata la scarcerazione del boss Francesco De Martino a causare la frattura che ha posto fine all’alleanza tra il sodalizio del rione Fiat e il clan De Micco. A riferirlo sono le forze dell’ordine che hanno sottolineato come il ritorno in libertà di XX, questo il soprannome del boss, sia coinciso con l’inizio dello scontro tra le due fazioni culminato, pochi giorni fa, negli omicidi di Carlo Esposito, uomo dei De Martino, e di Antimo Imperatore, il manovale trucidato solo perché trovato dai killer nell’abitazione di via Eugenio Montale.

De Martino, che era finito dietro le sbarre lo scorso gennaio perché doveva scontare un residuo di pena per associazione camorristica e violenza privata, è considerato personaggio di spicco della mala della periferia orientale al punto che, secondo una delle tante leggende metropolitane, il suo nome non poteva nemmeno essere pronunciato.

Da qui l’alias XX, alias che lo stesso boss si è fatto tatuare dietro la nuca. 

A lui, secondo la ricostruzione degli investigatori, era stato affidato il compito di gestire quello che rimaneva del suo gruppo e del clan De Micco dopo che, alcuni anni fa, i provvedimenti cautelari li misero in ginocchio, portando a decine di arresti. A finire in manette anche il figlio di De Martino, Antonio, accusato di essere uno dei più feroci sicari al servizio del cartello malavitose ed autore di diversi omicidi, tra cui quello di Nunzia D’Amico, boss in gonnella del Parco Conocal che, insieme ai suoi familiari, aveva tentato di fermare l’avanzata dei clan rivali.

Un compito non semplice, quello di XX che, in poco tempo, si era trovato a far fronte alle pressioni degli storici rivali del Lotto 0 ossia i De Luca Boss e i Minichini cui, successivamente, si erano uniti i Casella. Tuttavia, il boss, alternando prove di forza ad azioni diplomatiche, era riuscito a mantenere il controllo del rione Fiat e, in particolare, della sua roccaforte di via Esopo

 

Da qui, infatti, aveva rintuzzato i tentativi degli avversari di eliminarlo, una volta per tutte, dal panorama criminale di Ponticelli. Un obiettivo che i killer nemici riescono quasi a raggiungere nell’estate del 2018 quando De Martino, uscito in permesso premio dal carcere dove era recluso, scampa a un raid omicida ad opera di un commando in moto che lo ferisce agli arti inferiori. Un agguato che, per gli investigatori, sarebbe la risposta a quanto accaduto alcune ore prime quando, nel corso di alcuni controlli presso l’abitazione di un pregiudicato, i poliziotti del commissariato Ponticelli intercetta quattro uomini armati di mitra e pistole e con il volto travisato che cercava di introdursi nell’abitazione del pregiudicato. Le successive indagini permetteranno di scoprire che, di quel gruppo, facevano parte non solo Francesco De Martino ma anche Carlo Esposito, l’uomo assassinato pochi giorni fa in via Montale.

Un delitto questo che segna la definitiva rottura tra i De Micco e i De Martino. Una rottura, secondo gli investigatori, causata dal desiderio di ‘XX’ di prendere il controllo dell’intero cartello criminale. Un piano che, però, avrebbe innescato la reazione violenta dei superstiti dei De Micco per nulla intenzionati a cedere il comando a XX. Un contrasto che, per le forze dell’ordine, avrebbe riportato a galla anche vecchie ruggini e rancori mai del tutto dimenticati come l’omicidio di Massimo Imbimbo, parente di De Martino. Un delitto commesso dai De Micco quando si insediarono nel quartiere dopo la disarticolazione della potente cosca Sarno. La morte di Imbimbo, di fatto, segnò, di fatto, la fine delle ambizioni dei De Martino che, in poco tempo, decisero di schierarsi con i nuovi arrivati. Tuttavia, quella morte, non sarebbe stata mai dimenticata. 

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