Deiulemar, Malta alza l'offerta: 70 milioni ai creditori napoletani

Deiulemar, Malta alza l'offerta: 70 milioni ai creditori napoletani
di Aniello Sammarco
Sabato 5 Dicembre 2020, 09:35 - Ultimo agg. 12:49
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Intende chiudere la questione prima di arrivare al giudizio dei magistrati. La Bank of Valletta, l'istituto di credito maltese contro il quale è stato eseguito un sequestro conservativo di 393 milioni di euro nell'ambito del fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione, è pronta ad avanzare al comitato dei creditori una nuova ipotesi di transazione dopo quella giudicata irricevibile di 50 milioni. Le notizie arrivano direttamente dall'isola e rimbalzano fino all'Italia e in maniera ancora più forte a Torre del Greco, dove risiede la gran parte delle tredicimila famiglie coinvolte nel crac da 720 milioni della «Parmalat del mare»: i propositi dell'amministratore delegato della Bov, Rick Hunkin, sono stati svelati ai media locali, dove è stato spiegato che in bilancio c'è una voce pari a circa 70 milioni destinata alla chiusura dell'unico contenzioso ancora aperto, quello appunto con la curatela della Deiulemar società di fatto, dopo avere chiuso quelli con il fondo immobiliare La Valletta multi manager e con l'agenzia pensionistica svedese, risolti in via stragiudiziale rispettivamente per 4,6 e 26,5 milioni. 

Per capire l'esatto ammontare della questione bisogna riepilogare la vicenda.

Che parte dalle indagini avviate dopo il fallimento Deiulemar, alla ricerca dei fondi distratti dai bilanci per finire altrove. In questa ricerca gli inquirenti e i curatori fallimentari si imbattono in un trust da 363 milioni riconducibile agli armatori, le cui tracce si perdono appunto nei conti della Bank of Valletta: all'istituto vengono chieste notizie in merito, senza ricevere però risposte esaurienti. La vicenda passa all'attenzione dei tribunali italiani e, nonostante il tentativo degli avvocati della Bov di spostare il caso lontano dai confini italiani, il giudice Valentina Vitulano di Torre Annunziata riesce ad ottenere il sequestro conservativo dell'intera somma più interessi, appunto i 393 milioni oggi in ballo.

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Affinché questi soldi possano essere effettivamente messi a disposizione del fallimento della società di fatto e dunque degli obbligazionisti Deiulemar, occorre però tempo e c'è una querelle di carattere giudiziario che ha visto la Bank of Valletta chiamare in causa anche la corte di giustizia europea. Un'attesa lunga per i truffati, ma considerata estenuante anche dai vertici dell'istituto di credito che infatti, pur ritenendosi non responsabili dei fatti per i quali vengono giudicati, avanzano una prima proposta transattiva alla curatela fallimentare e per essa al comitato dei creditori. Cinquanta milioni appunto, che vengono però considerati poca cosa rispetto a quanto potrebbe giungere al termine dell'iter processuale. Ora, come detto, da Malta arrivano altre «sirene»: la banca fa sapere che per la questione Deiulemar ci sono appunto una settantina di milioni, evidenziando sulla stampa locale come ci sarebbe poi la possibilità di incrementare ulteriormente tale cifra.

Una proposta ufficiale al momento non è giunta, ma le premesse ci sono tutte, tanto che il «popolo» dei truffati si è già messo in moto per comprendere come rispondere a questa seconda, più cospicua proposta della Bov.

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