Fase 2 a Napoli, l'appello di artigiani e commercianti: ​«Noi in ginocchio e a rischio chiusura»

Fase 2 a Napoli, l'appello di artigiani e commercianti: «Noi in ginocchio e a rischio chiusura»
di Antonio Folle
Venerdì 8 Maggio 2020, 15:20 - Ultimo agg. 20:21
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La città è ripartita solo da pochi giorni ma per artigiani e commercianti del centro storico è già allarme rosso. Durante il lungo periodo di quarantena molti non hanno potuto lavorare e ora, con l'azzeramento totale dei flussi turistici e l'impoverimento generale della popolazione, il rischio di default per molte storiche attività è dietro l'angolo. A pesare sulle già disastrate casse delle aziende i costi per utenze e affitti. Nonostante la chiusura e la mancanza di introiti, infatti, commercianti e artigiani hanno dovuto continuare a far fronte ai loro impegni nei confronti dei proprietari degli immobili. Una spesa che, a lungo andare, si sta rivelando insostenibile. Gli aiuti annunciati dal Governo - e potrebbero rappresentare una fondamentale boccata d'ossigeno -  ad oggi non sono ancora arrivati.
 


«Credo che il Governo avrebbe dovuto prevedere uno stop totale ai fitti in questo periodo - spiega Carmine Cervone, storico artigiano di via dell'Anticaglia - perchè è il costo per il pagamento degli affitti pesa come un macigno su attività che non stanno lavorando e non si sa se, come e quando potranno ripartire. Per gli artigiani è già dura in periodi normali e ora, con l'impoverimento generale della popolazione, il rischio è che molti siano costretti a chiudere definitivamente. In questi due mesi siamo stati fermi, come prescriveva il Governo, ma la riapertura da sola non può bastare per salvare un settore come quello dell'artigiano che vive di stagionalità».

Avvio in salita anche per il comparto del commercio. Chi poteva si è "arrangiato" con la vendita online, ma il commercio telematico non può bastare a coprire le spese per tenere aperte le attività. «Sia noi che i nostri dipendenti siamo in difficoltà - ha raccontato Alessandro Tolino, commerciante di piazza Mercato - perchè i fondi annunciati per la cassa integrazione non sono arrivati e ci sono persone che da oltre due mesi non portano un euro a casa. Abbiamo cercato di tamponare l'emergenza con le vendite online, ma è poca cosa rispetto ad un volume d'affari normale. Ci sono molte incertezze sul futuro e sulla ripresa che far fatica a decollare». 

Non si sa ne come ne quando i turisti, una delle principali fonti di guadagno per la città e sui cui negli ultimi anni si è basata una fetta via via sempre più importante per l'economia cittadina, potranno ritornare. Un problema non da poco per attività che, specie negli ultimi anni, hanno beneficiato della crescita esponenziale dei flussi turistici. «L'invito che facciamo alle istituzioni - ha spiegato Mario Talarico, famoso artigiano di via Toledo - è di favorire in ogni modo la ripresa delle attività ricettive e il flusso dei turisti. Solo così l'economia potrà ripartire sul serio. Purtroppo ad oggi ci troviamo ad affrontare una crisi che non ha precedenti e sta diventando sempre più difficile coprire le spese. I dipendenti non hanno ricevuto la cassa integrazione promessa dal Governo e molti titolari, almeno chi poteva farlo, ha anticipato di tasca sua per non lasciare intere famiglie senza un centesimo. Un problema - prosegue Talarico - che si aggiunge al problema delle spese. Al centro storico il costo dei fitti è stratosferico e ben pochi proprietari hanno fatto qualcosa per venire incontro alle esigenze di chi non sta lavorando. Questo - conclude - è un problema di cui le istituzioni devono tener conto se non vogliono assistere alla progressiva chiusura di attività storiche che rappresentano la ricchezza della nostra città».

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