Prof e consulente, Cascetta indagato dalla Corte dei Conti per danno erariale: sigilli a barca e conti correnti

Prof e consulente, Cascetta indagato dalla Corte dei Conti per danno erariale: sigilli a barca e conti correnti
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 1 Luglio 2019, 09:50 - Ultimo agg. 16:26
3 Minuti di Lettura
È il professor Ennio Cascetta ad aver ricevuto un invito a dedurre dalla Corte dei Conti la scorsa settimana, nell’ambito dell’inchiesta contabile culminata nel sequestro conservativo di beni per quasi 900mila euro. 

Raggiunto dal Mattino, il professore Cascetta si dice convinto di riuscire a dimostrare - carte alla mano - la correttezza della propria condotta come docente e come esponente della pubblica amministrazione.

«Sono sorpreso e amareggiato per il sequestro cautelare dei miei beni da parte della Corte dei Conti in relazione a presunte attività professionali svolte nel corso della mia attività di professore universitario a tempo pieno negli anni 2012-2015. Si tratta di una contestazione, a mio modo di vedere, palesemente infondata come dimostrato anche dall'accertamento condotto sul punto dalla stessa Università Federico II, soggetto particolarmente titolato per riconoscere la natura prettamente scientifica dell'attività da me svolta e, in quanto tale, consentita dalla norma», dice in una nota il prof Cascetta. «A ulteriore riprova la medesima attività scientifica è risultata in pubblicazioni e indici di qualità che sono i più alti in Italia nel mio settore disciplinare; né in questi anni ho mai firmato nessuno dei miei lavori con il titolo e il sigillo di ingegnere. Trovo inoltre molto pesante il riferimento ai miei figli per donazioni molto antecedenti l'inchiesta e che nulla hanno a che vedere con questa incresciosa vicenda che mi vede, oltretutto, vittima anche per un conteggio davvero singolare della cifra contestata sulla quale ho già pagato le tasse fino all'ultimo centesimo e che finirei per pagare due volte. Confido pertanto in una revoca rapida del provvedimento di sequestro e nella possibilità di difendere la mia correttezza nelle sedi opportune», conclude Cascetta.

L'ex assessore regionale oggi presidente della società Metropolitana di Napoli Spa è finito al centro dell'indagine della Guardia di Finanza di Napoli per illegittima attività extra istituzionale. A condurre l'inchiesta sono stati i finanzieri del I gruppo del comando provinciale di Napoli, guidati dal colonnello Salvatore Salvo, che hanno ricostruito e quantificato un danno erariale di circa 900.000 euro, dall'anno 2012 all'anno 2015, sofferto dall'Università degli Studi Federico II di Napoli perché un suo docente ordinario, in regime di tempo pieno, ha indebitamente percepito compensi da attività libero professionale quale ingegnere, in assoluta incompatibilità con lo status di docente ordinario.

L'inchiesta, condotta insieme con i finanzieri della compagnia di Portici (comandata dal capitano Raffaella Frassine), ha permesso anche di accertare un ulteriore danno pubblico scoperto comparando le somme percepite come stipendio nella sua qualità di professore a tempo pieno e quelle che invece gli sarebbero spettate a titolo di professore a tempo definito. Un'opzione, quest'ultima, che anche se esercitata non avrebbe attenuato le responsabilità del docente in quanto gli incarichi ricevuti, nella maggior parte dei casi, incardinano attività totalmente incompatibili con lo status di dipendente pubblico. Il professore, pubblico dipendente, ha stipulato atti di donazione a favore dei figli finalizzati al depauperamento dell'integrale componente immobiliare del suo patrimonio.

E così la Corte dei Conti ha emesso nei confronti dell'accademico un «invito a dedurre con contestuale richiesta di sequestro conservativo ante causam». Inoltre è stato disposto il sequestro precisamente di 871.408,52 euro che il professore aveva su conti correnti, libretti di depositi e polizze, di un'imbarcazione da diporto a motore di lunghezza pari a 12,21 metri iscritta alla Capitaneria di Porto di Viareggio, nonché di qualsiasi credito, assegno, indennità di buona uscita o Tfr e somme a qualunque titolo dovute da amministrazioni e società pubbliche al docente.

Significativa, per i magistrati, la passiva posizione dell'amministrazione di appartenenza (danneggiata), che non ha messo in atto nessuna attività per ottenere il rispetto del dettato regolamentare dell'Ateneo, nella parte appositamente dedicata alla disciplina degli incarichi extra istituzionali, poiché condizionata dall'indiscusso potere accademico nonché politico del docente.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA