Femminicidio a Brusciano, Enza ammazzata nel letto dal fratello padrone

Femminicidio a Brusciano, Enza ammazzata nel letto dal fratello padrone
di Pino Neri
Martedì 27 Aprile 2021, 08:30 - Ultimo agg. 28 Aprile, 09:56
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Otto coltellate al petto mentre stava ancora dormendo. Otto fendenti piazzati con una furia bestiale dal fratello assassino, che la tiranneggiava da anni imponendole ogni cosa. Enza Cimitile, 56 anni, un figlio di 24, separata dal marito, è l'ennesima martire della violenza cieca dell'uomo violento sulla donna indifesa, terrorizzata, brutalizzata. L'ennesima morte annunciata, l'ennesimo femminicidio che era nell'aria da troppo tempo.

Ieri mattina, poco dopo le dieci, Enza è morta dissanguata sul ballatoio della tromba delle scale del palazzo in cui abitava, nel rione della ricostruzione di Brusciano, mentre stava tentando di sfuggire al suo carnefice-padrone col quale conviveva, il fratello Sebastiano, 55 anni, un disoccupato affetto da alcuni anni da problemi psichiatrici.

Enza è stata colpita a morte proprio dal suo unico fratello, mentre stava ancora dormendo. Le ultime forze residue dopo il ripetuto accoltellamento le hanno appena consentito di alzarsi dal letto per tentare una fuga ormai impossibile. La povera donna ha avuto soltanto il tempo di aprire la porta di casa e iniziare a scendere le scale del palazzo. Si è accasciata pochi metri più giù, sul ballatoio tra il quinto piano in cui abitava e il quarto. Quindi i vicini hanno dato l'allarme ma quando l'ambulanza è arrivata i medici non hanno potuto fare altro che constatarne la morte. 

 

Sul posto sono giunti anche gli agenti del commissariato di Acerra. I poliziotti erano stati avvertiti proprio dal fratello aguzzino. Che quando la sorella era agonizzante sul ballatoio delle scale si è seduto accanto al tavolo della cucina ed ha telefonato al commissariato: «L'ho ammazzata, venite», ha detto agli agenti con fare tranquillo. Enza in quel momento si trovava stesa sulle scale riversa in un'enorme pozza di sangue. Sangue che a un certo punto è colato fino ai piani più bassi. I vicini hanno impiegato tutto il pomeriggio a ripulire la scalinata.

Sebastiano ha usato un coltellaccio da cucina per uccidere la sorella. È stato interrogato per molte ore nel commissariato di Acerra. Di lui si sa che picchiava sistematicamente Enza da anni. «L'ha picchiata fino a ieri. Pretendeva da lei qualche euro e giù con le botte», raccontano i vicini. Sebastiano era un bravo muratore. Ha iniziato ad avere problemi mentali una decina di anni fa. Poi la difficile convivenza con la sorella, tornata con il figlio nella casa in cui vivevano i genitori, ormai scomparsi, dopo la separazione dal marito. Poi il figlio è andato a vivere per conto suo da qualche anno. «Il fratello la voleva comandare sempre a bacchetta testimoniano alcune donne che sapevano tutto - e se lei non obbediva erano problemi seri». «La obbligava ad andare a comprare il vino alle otto del mattino. Lei non voleva ovviamente. Una volta gli nascose la bottiglia nel porta ombrelli», ricorda una signora che abita nel palazzo. 

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Sebastiano era in cura psichiatrica presso il dipartimento di salute mentale di Acerra. Le indagini puntano a stabilire anche il tipo di controllo sanitario al quale fosse sottoposto. A questo proposito c'è un episodio che fa riflettere parecchio. Cinque mesi fa il 55enne si è barricato in casa minacciando di far esplodere tutto con la bombola del gas. «In quell'occasione spiegano gli abitanti del posto Enza rimase con noi fuori della casa. Poi arrivarono le forze dell'ordine e i vigili del fuoco. Eravamo tutti molto spaventati».

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché Sebastiano non è mai stato portato in una struttura idonea a curarlo e a tenerlo lontano dalla sorella? «Noi non l'abbiamo mai avuto in carico. Non ce lo hanno mai segnalato. Era il dipartimento di salute mentale di Acerra che doveva stabilire cosa fare», si giustificano le assistenti sociali del Comune di Brusciano. «È stato un omicidio annunciato commenta però l'ex sindaco, Giuseppe Montanile - una vicenda sottovalutata e non accuratamente gestita. Ma qui non stiamo parlando di un danno qualsiasi, stiamo parlando della perdita di una vita umana». Il corpo di Enza ora giace nell'obitorio del policlinico di Napoli in attesa dell'autopsia. 

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