Napoli, il diario di Ornella uccisa dal compagno: «Io vedo il bene anche dove non c’è»

Napoli, il diario di Ornella uccisa dal compagno: «Io vedo il bene anche dove non c’è»
di Giuliana Covella
Mercoledì 17 Marzo 2021, 23:56 - Ultimo agg. 18 Marzo, 10:54
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«Non avrei mai pensato che sarebbe stata una cosa non data a farmi crescere. Credevo che i no non fossero riferiti alle cose serie della vita e da figlia oggi posso realmente dire che alcuni no, in alcune persone, fanno crescere anche se ingiusti o apparentemente insensati. Quella negazione ha segnato la svolta della mia vita». Sono le parole di Ornella Pinto, messe nero su bianco, quando era ormai diventata un’insegnante amata e apprezzata da colleghi e studenti in riferimento al rifiuto del padre di farla studiare all’università. Pensieri che la giovane mamma che a maggio avrebbe compiuto 40 anni e che l’ex compagno ha ammazzato sabato scorso sferrandole 12 coltellate nel cuore della notte, aveva affidato a un diario che ieri i genitori Anna e Giuseppe hanno ritrovato. Pagine in cui emerge la personalità di una donna che aveva dedicato la sua vita alla solidarietà e all’amore per il prossimo: «Questo diario - dice il papà - di cui non sapevamo nemmeno l’esistenza, è la dimostrazione che Ornella vedeva sempre il buono nelle persone. Come aveva fatto con il compagno, che per me era come un figlio. Mai avrei immaginato di avere il diavolo in casa». Intanto oggi alle 11 nel Duomo di Napoli a celebrare i funerali di Ornella sarà il vescovo don Mimmo Battaglia, che dovrebbe leggere alcuni passi tratti dal diario della vittima. 


Un centinaio di pagine rilegate con una spirale azzurra in cui emerge l’animo di una donna sensibile, altruista e dedita allo studio. È il suo diario segreto che ci restituisce l’immagine di Ornella Pinto e che solo ieri i genitori hanno rinvenuto tra i suoi scaffali. «Era in una borsa di tessuto - racconta il papà - ed è l’unica cosa che ci resta di lei, qualcosa di molto intimo, che per ora non vogliamo diffondere.

Ma è giusto pubblicare almeno queste pagine iniziali, per far conoscere a tutti il carattere di nostra figlia». Come si vede già dalle prime righe, dove Ornella descrive il giorno in cui dopo il diploma decide di andare a lavorare per pagarsi l’università e non pesare sui familiari: «Mai avrei dato una delusione alla mia famiglia, né sarei voluta passare per una scansafatiche», scrive. E affida i suoi pensieri a quel quaderno raccontando della prima esperienza lavorativa pur di raggiungere il suo obiettivo: laurearsi. «I primi giorni furono durissimi, non sapevo come spostarmi con gli autobus e nelle ore in cui ero al lavoro mi mancava terribilmente casa e mia madre. Avevo 18 anni».

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Paure e ansie di una neo diplomata che si affacciava alla vita con un unico sogno: diventare un’insegnante, nonostante le difficoltà economiche dei genitori. «In questo scritto lei racconta di quando mi chiese di proseguire gli studi e fui costretto a dirle di no - dice Giuseppe - poiché in quel periodo ero stato licenziato e non percepivo cassa integrazione. Ma lei con la sua caparbietà è andata avanti da sola».

Tanto che aggiunge: «Ho sempre avuto una buona capacità di metabolizzare i no e di adeguarmi a quelle che ai miei occhi erano solo potenziali frustrazioni. Il segreto era tutto nel pensare “perché il finale lo scelgo io”». Un finale che purtroppo Ornella non ha potuto scegliere sabato scorso, quando chi diceva di amarla l’ha uccisa nel sonno con 12 coltellate. 

«Per Ornella e tutte le donne vittime della brutalità dell’uomo non serve la vendetta, ma vera giustizia e certezza della pena come ha chiesto Giuseppe Pinto», dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. Intanto oggi alle 20 nella chiesa del Santissimo Crocifisso e Santa Rita ci sarà un momento di riflessione dedicato solo agli uomini, come spiega Sara Petricciuolo, consigliera della III Municipalità: «È necessario che si apra una discussione istituzionale tra Municipalità, Comune e Regione. Ma prima ancora occorre pensare all’educazione, ai sentimenti, alle diversità, al rispetto. In quest’ottica, non potendo rivolgerci alle scuole a causa del Covid, con il parroco don Enzo Marzocchi abbiamo promosso in vista della festa del papà una serata di ascolto da parte di tutti i padri del quartiere, con la partecipazione dell’associazione Forti Guerriere e di Katia Pirozzi, collega di Ornella». A osservare cinque minuti di silenzio oggi alle 12 sarà la Uil Campania, dove lavora il papà della vittima: «Cinque minuti senza parole perché davanti alla brutale violenza subita da una donna le parole ammutoliscono - si legge in una nota - e il silenzio grida forte la volontà di avere giustizia per Ornella e per tutte le donne ammazzate da chi diceva di amarle».

Per la donna e suo figlio inoltre Uil Campania e l’Associazione piccole e medie imprese hanno istituito un fondo «per sostenere la famiglia Pinto in questo tragico momento».

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