«Figlio due madri, anche la non biologica è madre sin dalla nascita», la rivoluzionaria sentenza da Napoli

«Figlio due madri, anche la non biologica è madre sin dalla nascita», la rivoluzionaria sentenza da Napoli
Giovedì 5 Luglio 2018, 14:41 - Ultimo agg. 6 Luglio, 10:48
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Anche il genitore non biologico di una coppia unita civilmente, sia essa composta da persone di sesso opposto oppure dello stesso sesso, è genitore sin dalla nascita se ha accettato e condiviso il progetto della procreazione assistita di un figlio. Sentenza rivoluzionaria della Corte di Appello di Napoli che ha accolto la richiesta di adozione del figlio della partner presentata da una donna unita civilmente con un'altra donna.

La legge 40 del 2004, infatti, consente per i figli nati da procreazione medicalmente assistita in Italia e all'estero, il riconoscimento automatico come genitori di entrambi i partner di una coppia che hanno dato il loro assenso all'inseminazione. Non solo. Per la prima volta i giudici, interpretando in maniera innovativa la legge 40, hanno anche sancito che la parola coppia - in un'unione tra due soggetti - oggi va interpreta come unione tra donna e donna, oppure come unione tra uomo e uomo.

Il Tribunale per i Minorenni di Napoli aveva respinto la richiesta della madre «non biologica» di adottare il bambino mediante il meccanismo della cosiddetta stepchild adoption, ammesso dalla Corte di Cassazione dal 2016 malgrado le polemiche che hanno accompagnato l'approvazione della cosiddetta legge Cirinnà. Grazie a questa sentenza adesso, il bimbo della coppia che si è rivolta alla Corte di Appello di Napoli, e che compierà 7 anni il prossimo novembre, ha due mamme e potrà portare i cognomi di entrambe le donne.

La sentenza, inoltre, corre in aiuto ai sindaci che potrebbero finire sotto indagine per avere iscritto come genitori due mamme, oppure due papà, negli atti di nascita di bambini nati con la procreazione medicalmente assistita. Il primo caso è accaduto a Torino, con il sindaco Chiara Appendino, lo scorso 23 aprile. Ne seguirono molti altri, da Milano a Bologna, da Firenze a Napoli, da Palermo a Catania.

Le due mamme, Rosa e Roberta, sono socie dell'associazione genitori omosessuali «Famiglie Arcobaleno». Ad assisterle è stata l'avvocato Francesca Quarato che ha voluto sottolineare l'importanza delle motivazioni alla base della sentenza: «nel riconoscere il diritto delle due mamme ad essere riconosciute entrambe come genitrici del figlio che insieme hanno voluto, la Corte d'Appello fa un passo avanti ulteriore ricordando che la stepchild adoption è una forma di tutela minima per i figli di coppie omogenitoriali, perché è subordinata alla domanda, perché assicura una tutela non piena e, infine, concede di adottare quello che, invece, deve essere considerato un figlio della coppia già alla nascita. In tal senso, richiama espressamente la legge 40 indicando per la piena tutela dei figli di coppie omogenitoriali la strada del riconoscimento alla nascita».
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