Sfregiata con l’acido dall’ex, Filomena Lamberti «torna a sentire il vento in faccia»

Sfregiata con l’acido dall’ex, Filomena Lamberti «torna a sentire il vento in faccia»
di Alessio Liberini
Martedì 28 Giugno 2022, 18:30 - Ultimo agg. 29 Giugno, 07:55
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«Facciamo in modo che se noi non ci siamo riusciti almeno loro potranno far vivere i propri figli in una società amorevole cambiando la cultura, dal momento che la violenza è prima di tutto un fatto culturale, per poter mettere fine a queste tragedie che sentiamo tutti i giorni». Filomena Lamberti, vittima di una violenta aggressione da parte dell’ex marito che l’ha sfregiata a colpi di acido, si rivolge alle giovani coppie affinché si possa arrivare aun “futuro amorevole”.

«Solo da gennaio ad oggi – denuncia preoccupata Filomena – siamo già purtroppo a 57 donne ammazzate. Io mi considero fortunata di non far parte di questo lungo elenco ma una donna che viene sfregiata o bruciata si porterà una condanna addosso per il resto della propria vita. Ci vuole forza e coraggio perché le ferite dell’animo difficilmente si guariscono». 

Sono passati ormai 10 lunghi anni dal quel terribile 28 maggio 2012. Una data che Filomena Lamberti porta ancora addosso con sé, tra le cicatrici della sua pelle. Ma, per fortuna, la donna quella «forza e coraggio» non l’ha mai persa, neanche nei momenti più complicati.

Negli anni, infatti, non si è mai fatta abbattere dal destino crudele ed ha scelto di visitare le scuole dell’intero Paese proprio per raccontare la sua storia alle nuove generazioni. Al fine di fargli comprendere al meglio l’atrocità e i danni che può portare un gesto così insensato quanto ignobile. Un tipo di aggressione che purtroppo ancora al momento è troppo spesso all’ordine del giorno tra le pagine delle cronache locali.

Così, forte della sua tenacia, Filomena sta pian piano riacquistando la sua vita. Il merito è dovuto alla lodevole terapia con metodologia Biodermogenesi che oggi le permette di ritrovare la sensibilità dei tessuti. Ora, difatti, può finalmente tornare «a sentire nuovamente il vento sulla faccia» come ha tenuto a raccontare la donna con un ghigno di sorriso.

Questa mattina è stata la stessa Filomena a raccontare dal vivo, presso il centro di medicina estetica Alla Violetta posto nel quartiere collinare del Vomero, il suo percorso di cura insieme alla dottoressa Anna Maria Minichino, Medico Chirurgo e Responsabile dermoestetico del Centro dermatologico Brunetti di Salerno, Maurizio Busoni, Ricercatore e Ideatore di Biodermogenesi, Antonio Cataldo, amministratore unico Alla Violetta e Bruno Brunetti, specialista in dermatologia e malattie sessualmente trasmissibili.

Cure, quelle che oggi svolge Filomena direttamente nella sua Salerno, che rientrano nel commendevole progetto “RigenerDerma”, che si pone l’obiettivo di curare 500 persone sane gravate da cicatrici al volto, vittime di violenza o che altrimenti non potrebbero sostenere economicamente tale terapia. Il progetto è stato, inoltre, presentato solo lo scorso aprile direttamente nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. Lo stesso vede anche il coinvolgimento dell’Università di Verona, Telefono Rosa e Women for women di Donatella Gimigliano. 

«La cosa più importante – spiega Maurizio Busoni, ricercatore e ideatore di Biodermogenesi - è che il paziente sul tessuto trapiantato, o sul tessuto aggredito con acido, recupera la sensibilità, cosa che normalmente si perde».

Questo si riesce a compiere attraverso «una nuova tecnologia, chiamata  Biodermogenesi, un metodo terapeutico che ha dimostrato di poter rigenerare qualsiasi forma di cicatrice. La cicatrice finalmente si può curare come tante altre patologie. Perché non è altro che questo: una patologia della pelle sulla quale fino ad oggi ci arrendevamo» chiarisce Busoni.

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«Biodermogenesi - racconta, invece, Anna Maria Minichino - erogando tre tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il circolo cutaneo, favorendo il recupero del normale calibro dei capillari, con conseguente ossigenazione del tessuto. Attraverso la stimolazione elettrica permette di veicolare principi attivi come aminoacidi e acido ialuronico».

«Quindi – evidenzia la dottoressa - questa terapia è in grado di recuperare la funzionalità del microcircolo cutaneo, migliorando la qualità della matrice extra cellulare e moltiplicando la produzione di collagene e fibre elastiche in tutte quelle alterazioni cutanee quali smagliature, cicatrici e rilassamento cutaneo. In particolare, per le cicatrici acneiche e post chirurgiche ho riscontrato con un ciclo di 6-8 sedute un miglioramento sia estetico che funzionale e strutturale. Ho potuto notare che con la formazione di nuove fibre elastiche e di collagene si è ridotto il dislivello pregresso nei confronti del tessuto circostante, ovvero si è ottenuto un riempimento per le cicatrici ipotrofiche ed una riduzione di quelle ipertrofiche. Inoltre nei pazienti gravati dalla dolorabilità derivante dalla cicatrice, il dolore si è progressivamente attenuato».

«Le cicatrici – osserva Antonio Cataldo - provocate volontariamente per ferire nel fisico, ma soprattutto nell’animo, le proprie vittime, sono quelle più dolorose e meschine. Per questo oggi, ancor più di sempre, l’intera nostra Società deve essere coinvolta nell’esperire ogni attività volta ad impedirle o, in caso di insuccesso, almeno a ridurne l’impatto fisico e, ancor di più, psicologico. L’azienda Alla Violetta è da sempre impegnata nel restituire alla società parte delle proprie fortune e questo, da oggi, potrà essere realizzato anche mettendo a disposizione il proprio know how e le proprie tecnologie Biodermogenesia chi è stato vittima di queste azioni indegne. Contribuire ad alleviare queste sofferenze sarà il miglior modo per uscire tutti vincitori nella guerra contro la barbarie di queste violenze sulle donne».

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