Finti incidenti, la cricca delle vittime fantasma in Campania: «Anagrafe nel mirino»

Finti incidenti, la cricca delle vittime fantasma in Campania: «Anagrafe nel mirino»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 18 Ottobre 2022, 23:58 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 07:35
4 Minuti di Lettura

In gran parte senza fissa dimora e cancellati dall’anagrafe, come se fossero fantasmi (o demoni) metropolitani, tutti disoccupati, eppure, almeno sulla carta, intascano somme che vanno dai 24mila ai 38mila euro. Come fanno? Tramite procure speciali firmate in favore di un avvocato di fiducia o di un proprio conoscente. Che poi, se si vanno a guardare i fascicoli, le storie (e i protagonisti sono sempre gli stessi): ci sono gli stessi giudici di pace, gli stessi consulenti tecnici di ufficio, gli stessi medici e testimoni, che raccontano sempre la stessa filastrocca dinanzi ai magistrati.

Truffe alle compagnie di assicurazioni straniere, finti incidenti, indennizzi veri, a spese dei contribuenti. Un fenomeno noto che ora mostra una nuova frontiera: quella dei fantasmi, degli assenti all’anagrafe, dei cancellati dallo stato civile. Vivono a Napoli, Caserta e Carinola (queste le zone finite al centro delle indagini), probabilmente conducono una vita ordinaria, ma non sono segnalati ai rispettivi comuni di residenza.

La storia emerge da segnalazioni e denunce inoltrate in questi giorni alle autorità giudiziarie del distretto, che fanno riferimento a un possibile sistema truffaldino ai danni dei fondi che si occupano di sinistri stradali, commessi da stranieri o da autovetture con targa estera, che tutelano le persone offese, anche quando non vengono rintracciati i diretti responsabili degli incidenti, anch’essi irreperibili. Stando a quanto emerge da una indagine del Mattino, sulla scorta di una ricognizione in alcuni uffici di pace del territorio (ripetiamo Napoli, Santa Maria Capua Vetere in primis), ci sarebbe un gruppo di lavoro specializzato nel fabbricare l’indennizzo perfetto. Emergono responsabilità evidenti da parte di alcuni ctu, consulenti medico legali chiamati ad esprimersi dopo una richiesta di risarcimento; ma anche medici e testimoni.

Tutto da verificare - ma saranno gli inquirenti ad andare a fondo - a partire dalla responsabilità di magistrati che hanno dato la stura ai risarcimenti del danno.

Una nuova frontiera delle truffe? Possibile, si attendono riscontri, anche se salta agli occhi una novità: quella legata ai cancellati all’anagrafe. Quasi tutte le vittime sono uscite dagli uffici dei rispettivi comuni almeno un paio di mesi prima di denunciare il presunto incidente stradale. Sono decaduti perché senza fissa dimora, sono irrintracciabili, non avendo alcun presidio fisso a garanzia della mancata restituzione del bottino. Tutti hanno denunciato la stessa dinamica e le stesse lesioni. Contusioni e distorsioni a spalla, ginocchio e caviglia, manifestando una scarsa fantasia da parte di chi avrebbe architettato l’operazione: sarebbero state travolte da un fantomatico pirata della strada, mentre erano in sella a due biciclette rigorosamente sul ciglio della strada, che procedevano in fila indiana. All’improvviso l’imprudente manovra da parte del conducente straniero (o di un’autovettura con targa straniera) che – successivamente irreperibile – riconosce in primissima battuta al momento dell’incidente la propria responsabilità chiedendo scusa ai sedicenti malcapitati. Almeno questo è emerso finora dalle testimonianze. 

Video

Poi? Arrivano i risultati di perizie cliniche, quasi sempre a firma dello stesso ortopedico, che attestano sempre la stessa gravità del caso: incidente invalidante, con una progressione dell’handicap che viene specificata in termini di generose percentuali anche se i referti ospedalieri si limitano ad una prognosi iniziale di uno e due giorni. Tutto chiaro? Resta solo un nodo da sciogliere. Se i denuncianti sono irrintracciabili, in quanto senza fissa dimora, come fanno a presentarsi davanti a un giudice? Come fanno a reclamare un indennizzo a titolo di risarcimento del danno? Anche su questo la spiegazione è nel carattere seriale dello schema ricostruito: tutte le sedicenti vittime hanno gli stessi legali presso i quali eleggono domicilio come presidio giuridico per portare avanti la richiesta di risarcimento. Uno scenario seriale che ora attende verifiche sotto il profilo investigativo, anche solo per mettere a fuoco lo strano caso dell’esercito di senza fissa dimora travolti in bici, in fila indiana, all’angolo della strada: sempre sotto gli occhi degli stessi testimoni. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA