Basta con la violenza, ma partendo anzitutto da pregiudizi e visioni ancestrali della figura femminile. Con questi presupposti è partita la manifestazione in memoria di Ornella Pinto, uccisa a 39 anni dal compagno con 12 coltellate nella notte di sabato 13 marzo, organizzata questo pomeriggio in piazza Giambattista Vico dalla rete di Non una di meno. In piazza a manifestare contro l’ennesimo femminicidio (il tredicesimo dall’inizio dell’anno in Italia e il primo in tre mesi a Napoli) cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali.
«Denunciamo atti indiscriminati di uomini che non hanno nessuna capacità di dialogare con le donne che dicono di amare - afferma Carmine Serena, presidente Associazione Amici di piazza Giambattista Vico - in quanto la violenza ha determinato ancora una volta un femminicidio.
«Ornella è l’ennesima donna ammazzata - dice Valeria Valente, senatrice del PD e presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio - per mano dell’uomo che diceva di amarla. Si deve capire che la violenza non arriva mai all’improvviso. Abbiamo sempre tanti segnali e il modo per poterla leggere è intervenire in tempo. Per questo bisogna lavorare su un doppio fronte: la sensibilizzazione dell’opinione pubblica che non può derubricare un fatto simile come privato e girarsi dall’altra parte, poi formazione e specializzazione degli operatori, dall’ufficiale di polizia giudiziaria al consulente tecnico, all’avvocato, allo psicologo per poter intervenire con le misure che oggi ci sono». Nota dolente i centri antiviolenza, chiusi dal mese di luglio, come sottolinea la Valente: «in Campania abbiamo una situazione purtroppo critica. La gestione dei Cav in questa città soprattutto è un problema. Bisogna intervenire perché non ci siano più burocrazie lunghe e procedure lente per far arrivare le risorse ai centri». In piazza tante mamme come Tracy Panaccio, di Forcella, giunta con i due figlioletti, tra cui un maschietto di 11 anni: «L’ho portato qui oggi perché non si senta mai parte di questi uomini violenti - dice - deve ascoltare e il messaggio deve arrivargli perché si deve partire da loro bambini. A lui ho spiegato che l’unica differenza tra uomo e donna è che il primo ha il dovere di proteggere l’altra. Ero presente ai funerali di Ornella e oggi ho voluto esserci insieme ai miei figli per dare loro un messaggio positivo di uguaglianza e non violenza». Presente infine Armando Simeone, del comitato Lenzuola Bianche, che invita a «far presto affinché ci sia più incisività nella legge e nello Stato ad affrontare questo tipo di reati. Ci auguriamo che ci sia qualcuno che davvero prenda a cuore la causa del bimbo di Ornella, che ora dovrà crescere senza madre a soli 3 anni».