Formiche nell'ospedale San Paolo, 17 avvisi di garanzia: indagati manager e infermieri

Formiche nell'ospedale San Paolo, 17 avvisi di garanzia: indagati manager e infermieri
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 30 Settembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 1 Ottobre, 20:54
3 Minuti di Lettura

Sporcizia, insetti, formiche. Condizioni igieniche allarmanti, più volte denunciate, in alcuni casi ignorate da chi aveva il dovere di intervenire. Sporcizia nei bagni, nei reparti, finanche in strutture come pediatria, ostetricia, rianimazione. È la convinzione della Procura, che sta alla base della notifica di 17 avvisi di garanzia a carico di primari, manager, capiarea, infermieri, tutti in servizio presso l'ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Omissioni in atti di ufficio e falso sono le accuse che - a vario titolo - vengono vibrate dal pm Mariella Di Mauro, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione guidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. Inchiesta che prende le mosse dai blitz condotti nell'ospedale di Fuorigrotta dei carabinieri del Nas, agli ordini del colonnello Vincenzo Maresca e del maggiore Gennaro Tiano, al termine dei quali sono state rinvenute criticità su cui sono in corso le indagini. Tecnicamente la Procura si affida ad una serie di inviti a comparire, che condurranno dinanzi all'autorità giudiziaria infermieri, capireparto, manager. Stando all'ipotesi investigativa battuta in queste ore, si va dal 2018 a giugno del 2020, quando - nelle fasi post lockdown - i carabinieri del Nas entrano in azione nella struttura ospedaliera di Fuorigrotta.

Vengono refertati condizioni igieniche non tollerabili, sporcizia «reiterata», a dispetto di una serie di documenti che invece attestavano l'esatto contrario: al netto dell'indifferenza di qualcuno, c'era chi aveva segnalato la presenza di sporcizia nei vari reparti, senza però sollevare particolari interventi. Anzi. In alcuni casi, veniva attestato l'esatto contrario, a proposito del lavoro svolto dalla ditta di pulizia.
 

 

Ma andiamo con ordine, a partire dalle figure professionali che ora sono chiamate a rispondere alle domande dei pm: ci sono nove esponenti del coordinamento infermieristico, che erano chiamate a segnalare se le pulizie effettuate dalla ditta che si era aggiudicata l'appalto erano all'altezza dello standard richiesto. Stando alle verifiche fatte dai militari del Nas, le condizioni critiche non sarebbero state segnalate. È in questo scenario che vengono coinvolti anche alcuni manager, tra cui Roberto Rago, Maurizio D'Amora, Michele Ferrara, Antonio De Martino, Nunzio Quinto, difesi - tra gli altri - dai penalisti Claudio Davino, Alessio Guadagno, Pino Vitiello.

Ma su cosa dovranno rispondere manager e infermieri. Stando a quanto emerge dalle accuse finora ipotizzate, ciascun indagato dovrà replicare alle contestazioni in relazione alla gestione dei singoli reparti, in un determinato lasso di tempo, ma anche sulla scorta delle note sollevate dall'interno della struttura. In alcuni casi, infatti, ci sarebbe stata la segnalazione delle condizioni precarie sotto il profilo igienico, ma non sarebbero scattate le contromosse. Anzi. Negli attestati sarebbe stato scritto l'esatto contrario. Riflettori anche su una ditta privata vincitrice dell'appalto per la gestione della pulizia al San Paolo. Un filone di indagine che vede coinvolto con l'accusa di peculato uno dei responsabili Asl che - pro tempore - avrebbe liquidato la ditta appaltatrice, senza attendere l'attestato di corretta esecuzione degli interventi di bonifica.
 

Una vicenda che spazia dal 2018 al 2020, in un ospedale nel quale venne sollevato lo scandalo della presenza di formiche che si arrampicavano su un lettino che ospitava un paziente intubato.

Condizioni igieniche critiche reiterate - scrivono ora i pm -, in una inchiesta in cui tutti i soggetti coinvolti avranno modo di replicare alle accuse e dimostrare la correttezza della propria condotta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA