Vigliena, in stato di abbandono il forte caposaldo della Repubblica Partenopea

Vigliena, in stato di abbandono il forte caposaldo della Repubblica Partenopea
di Alessandro Bottone
Mercoledì 10 Giugno 2020, 18:58 - Ultimo agg. 20:51
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Il 13 giugno 2020 saranno trascorsi 221 anni dal “Fatto di Vigliena”, ovvero dalle vicende storiche della Repubblica Napoletana del 1799 che hanno una testimonianza nel Forte di Vigliena, il monumento che sorge a San Giovanni a Teduccio, quartiere nella periferia orientale di Napoli, i cui resti sono incastrati tra i capannoni industriali e ormai nascosti da una fittissima foresta di erbacce. 

Il Forte di Vigliena, costruito all’inizio del ‘700 per volere del viceré spagnolo Juan Manuel Fernandes Pacheco, marchese di Vigliena, era una fortezza armata di cannoni per difendere la costa dagli attacchi provenienti dal mare. Questo posto fu teatro della «sanguinosa battaglia che si svolse sulla terraferma nel giugno 1799 quando il Cardinale Ruffo, comandante in capo delle truppe borboniche lanciate alla riconquista della capitale del Regno, ordinò alle sue truppe di conquistare il Forte» scrive Sergio Marotta, professore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. A difendere il baluardo della Repubblica Partenopea c’erano gli uomini della legione calabra. «Quando i repubblicani, accerchiati, capirono che ogni difesa era vana, che il fortilizio era perduto, scelsero di morire da eroi» scrive Vittorio Del Tufo che ha raccontato la storia e il declino del monumento in stradone Vigliena. «A dare fuoco alle polveri fu un sacerdote di Corigliano Calabro, Antonio Toscano».

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Una storia perlopiù dimenticata. Da anni la struttura è in uno stato di completo abbandono. Il Forte di Vigliena rientra in un'area di pertinenza del demanio marittimo: il decreto VIA del Ministero dell'Ambiente per l’adeguamento della darsena di levante a terminal contenitori del 2008 prevedeva il recupero del monumento. Il 2 marzo scorso si è svolto un incontro tra il presidente dell’autorità di sistema del Mar Tirreno centrale, Pietro Spirito, e l'assessore comunale alla cultura del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, durante il quale è stato sottolineato l’impegno dell’autorità portuale «per il recupero del Forte e per la piena ottemperanza delle prescrizioni del decreto»: in particolare si faceva riferimento alla necessità di interventi per la decespugliazione e la manutenzione dell'area. Ad oggi, probabilmente a causa dell’emergenza sanitaria per la diffusione del coronavirus, nessuna operazione è stata ancora concretizzata. L’ultimo intervento di pulizia, difatti, è stato svolto lo scorso anno grazie anche al sostegno di numerosi cittadini del quartiere e alle numerose realtà che organizzarono diverse iniziative per sensibilizzare le istituzioni a lavorare per la valorizzazione del bene.

«Abbiamo più volte sollecitato il recupero conservativo del Forte. Molteplici associazioni del territorio riunitesi presso il Forte di Vigliena il 13 giugno 2019, in occasione del 220esimo anniversario del “Fatto di Vigliena”, chiesero con forza l’avvio dei lavori» afferma Enzo Morreale, presidente del comitato civico di San Giovanni a Teduccio. «Siamo riusciti poi ad incontrare il presidente Pietro Spirito. Nella riunione, sollecitata dall’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, l’AdSP assunse l’impegno di avviare le procedure per la manutenzione dell’area e, d’intesa con il Comune di Napoli, di organizzare un nuovo incontro con la competente Sovraintendenza per avviare il progetto di recupero del monumento. Purtroppo il lungo lockdown richiederà una ulteriore ridefinizione dei diversi aspetti riguardanti il progetto» sottolinea Morreale.
 

 

«Il Forte di Vigliena mostra con chiarezza la transizione politica alla modernità. Il sacrificio da parte dei giacobini napoletani e calabresi del 1799 marca una distinzione che non potrebbe essere più netta tra cittadino, portatore dei valori repubblicani e responsabile delle proprie scelte politiche fino all'atto estremo, e suddito, schiavo più o meno accondiscendente ad un potere per lui irraggiungibile e ad un regime immutabile» riflette Valerio Caruso, storico e cittadino di San Giovanni. «È una distinzione identitaria che merita di essere riaffermata quotidianamente attraverso un monumento che si imponga allo sguardo e stimoli il bisogno di conoscenza dei cittadini» sottolinea Caruso.

Il Forte, monumento d’interesse nazionale, appartiene al patrimonio storico del Mezzogiorno d’Italia. Sabato 13 giugno 2020 alle ore 10 si terrà una iniziativa proprio davanti alla struttura alla quale sono stati invitati a partecipare i rappresentanti delle istituzioni locali. L’obiettivo è ricordare il sacrificio dei giovani resistenti che nel 1799 difesero il Forte e i principi della Repubblica Napoletana. Altre iniziative sono in programma sulla pagina Facebook “Forte di Vigliena” sulla quale si alterneranno, nel pomeriggio del 13, diversi contribuiti audiovisivi di studiosi e appassionati della storia della rivoluzione napoletana tra cui quelli dell’Istituto italiano degli studi filosofici.

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«La volontà di creare una pagina dedicata al Forte di Vigliena nasce dall’esigenza di far conoscere la storia di quel luogo con i suoi valori dandogli una identità reale sui social che ad oggi rappresentano lo strumento più semplice per raggiungere le nuove generazioni e il pubblico più lontano» afferma Enrico Cortese, residente di San Giovanni tra i promotori dell’iniziativa del prossimo sabato. «Gli uomini che difesero il Forte difesero soprattutto lo sviluppo culturale del loro paese. Oggi la riqualificazione del Forte di Vigliena rappresenta un simbolo di quella rivoluzione culturale che necessita a Napoli e a tutto il Mezzogiorno, proprio come nel 1799» evidenzia Cortese.

Non è certamente l’unico bene da recuperare.
Nella zona orientale di Napoli insistono anche l’ex dazio doganale di via Ponte dei Granili, l’ex complesso industriale della Corradini che affaccia sul mare così come ancora una parte degli stabilimenti ex Cirio sulla stessa strada del Forte.

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