Tra sequestri e dissequestri, l'estate bollente dei lidi a Ischia

lido sequestrato a Casamicciola Terme
lido sequestrato a Casamicciola Terme
di Massimo Zivelli
Mercoledì 12 Luglio 2017, 18:22 - Ultimo agg. 19:37
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Tre stabilimenti balneari sequestrati a Casamicciola e altri due invece dissequestrati sul lido d’Ischia, dopo i sigilli apposti nei giorni scorsi. La giornata di ieri ha confermato dunque l’estate bollente che anche i gestori di attività balneari si trovano ad affrontare al netto dei controlli operati dalla guardia costiera di Ischia, che dagli scarichi delle attività termali fino ai controlli sui litorali, mostra un grande attivismo. In esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta procuratore Nunzio Fragliasso, i militari al comando del tenente di vascello Alessandro De Angelis, hanno proceduto al sequestro di tre stabilimenti balneari.

O per meglio specificare, delle rispettive strutture in ferro realizzate sulle scogliere con sovrastante tavolato e sovrastanti manufatti, lungo il litorale del comune di Casamicciola Terme, sulla parte destra dello scalo portuale. I reati per cui si procede sono quelli relativi all’occupazione abusiva di demanio marittimo. Ma a leggere i verbali delle indagini, si capisce che le strutture balneari oggetto di sequestro anche in passato, oltre ad essere state realizzate con elementi di difficile rimozione e in assenza delle necessarie autorizzazioni edilizie e paesaggistiche, non venivano smontate durante la stagione invernale e non presentavano più il carattere delle provvisorietà, come previsto nei titoli concessori.

Non a caso, come ricorda il comunicato della Procura, “le strutture, assentite in concessione demaniale marittima al comune, erano già state oggetto di specifiche ordinanze di demolizione e di rimessione in pristino da parte della stessa amministrazione comunale, per poi essere affidate in gestione nuovamente ai precedenti soggetti senza esperire alcuna procedura di evidenza pubblica. Per difetti di comunicazione poi, si è appurato anche l’inefficacia delle autorizzazioni demaniali annuali acquisite. Il sequestro preventivo si è reso necessario per evitare che la libera disponibilità degli stabilimenti balneari e delle aree demaniali occupate potesse consentire la prosecuzione dei reati e l’aggravamento delle conseguenze degli stessi.

Per i due stabilimenti “Ippocampo” e “Isolaverde” situati a pochi chilometri di distanza invece, il gipToscano, sempre nella giornata di ieri non ha convalidato il sequestro disposto dalla guardia costiera, operato perchè si ipotizzava una subconcessione non autorizzata. Il gip ha invece trovato infondata la cosa, perchè esiste tra Domenico Di Meglio e Maria Di Scala un rapporto di zio e nipote e che vi è da parte di entrambi un interesse alla gestione delle due attività. E’ stata quindi esclusa ogni ipotesi di subconcessione non autorizzata. La capitaneria di porto ha quindi provveduto a dissequestrare e a riconsegnare il bene all’avente diritto, e quindi di una struttura composta da otto cabine (di cui una adibita ad infermeria) due bagni, uno spogliatoio e quattro cabine occupate di circa 21 metri quadrati, più l’area di arenile occupata da 118 lettini e 54 ombrelloni, per una estensione di circa 400 metri quadrati.

La documentazione che è stata prodotta dalla difesa è una ricostruzione che richiama la concessione rilasciata a suo tempo dal comune d’Ischia nei confronti della Di Scala con proroga fino al 31.12.2020, ed in cui l’ente comunale sancisce la titolarità dell’utilizzo di questo bene. Il Di Meglio nella sostanza aveva come unico scopo la gestione del proprio arenile con le strutture che lo occupano e di dare sostegno materiale ad una parente che governava quello confinante. Il tutto nella massima liceità, come ha evidenziato il gip.
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