Frattaminore nella morsa altra bomba, Sos al prefetto

Frattaminore nella morsa altra bomba, Sos al prefetto
di Marco Di Caterino
Giovedì 10 Febbraio 2022, 13:27
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Una citta in ostaggio della camorra. Prepotente e spietata come non mai. E che controlla militarmente tutto il territorio, con bande armate che girano giorno e notte a bordo di moto di grossa cilindrata, pronte a uccidere. E che sta facendo esplodere bombe a suo piacimento. È allarme da codice rosso a Frattaminore, dove la notte scorsa è stato fatto esplodere ancora un ordigno, il terzo negli ultimi tre giorni, il sesto dal 16 gennaio scorso. Attentati inframmezzati da raid intimidatori, con due auto crivellate di colpi di pistola di grosso calibro. Ben quindici, un intero caricatore bifilare in entrambi i casi.

L'ultima bomba è stata fatta esplodere la notte scorsa alla base della porta di ingresso di un circolo ricreativo in Piazzale Atella, nel centro storico della cittadina. Ma nessuno dei residenti in zona, pure svegliati di soprassalto all'una di notte, si è preso la briga di lanciare l'allarme a polizia e carabinieri, che hanno saputo della sesta bomba grazie al tam tam sui social. Menefreghismo? No, paura. Tanta. Pochi i danni, concentrati all'esterno del circolo, che era stato chiuso in fretta e furia poco più di un paio di mesi fa, quando ad Arzano, nel corso della sparatoria al Roxy Bar, fu ucciso Salvatore Petrillo, reggente del clan 167, e rimasero feriti due suoi guardaspalle e due avventori del locale, che nulla avevano a che fare con la camorra. Quel delitto ha sancito l'inizio della faida interna al clan, tra il gruppo dei Cristiano - l'ala perdente costretta a scappare da Arzano per trovare riparo a Frattaminore, presso il gruppo Mormile con quale ha legami familiari - e quello dei Monfregolo, un tempo alleati e oggi nemici giurati, che con il boss Giuseppe Monfregolo, rimesso in libertà da un paio di settimane, hanno già occupato interi isolati del rione 167, in via Cristofaro Colombo ad Arzano. A Frattaminore, con le esplosioni di sei ordigni e due raid intimidatori diretti a persone che in qualche modo sono legati ai CristianoMormile, i Monfregolo hanno lanciato l'attacco finale ai rivali, che vivono da reclusi, tappati in casa, per evitare il serio rischio di essere uccisi.

Questo accade a Frattaminore, città campo di battaglia di una faida nata lontano e che suo malgrado ora vive una condizione da lockdown, dove il rischio di infettarsi con il virus è però cento, mille volte inferiore a quello di essere ferito o peggio, ucciso da una bomba o da una gragnuola di colpi. «Siamo scoraggiati, avviliti, impotenti», dice il primo cittadino Giuseppe Bencivenga, che aggiunge: «Ho scritto al prefetto, per chiedere più forze dell'ordine, soprattutto di notte. La città è sfinita. Oggi ho parlato con la segreteria del prefetto. Mi hanno detto che stanno provvedendo. Mi aspettavo una risposta diversa. Un abbiamo provveduto sarebbe stato più rassicurante». L'ultimo raid esplosivo ha scosso profondamente don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde, frattaminorese di origine. In un post sulla sua pagina social, il prete che combatte con la fede e impegno sociale camorra e Terra dei Fuochi ha scritto: «Un'altra bomba, questa notte, a Frattaminore, il mio paese. Siamo annichiliti. Corriamo ai ripari. Non aspettiamo che la prossima bomba uccida qualche nostro bambino. Fuori i camorristi da Frattaminore. Fuori le sanguisughe e gli sciacalli. Frattaminoresi, siamo in pericolo. Tutti».

Durissimo il commento del Comitato per la Liberazione dalla camorra a nord di Napoli, fondato dal senatore Sandro Ruotolo e da don Maurizio: «Siamo preoccupati e sgomenti. Non è più tollerabile che nel cuore della città metropolitana di Napoli, tra l'indifferenza dei troppi, scoppi una guerra di camorra. Bombe, agguati, ferimenti e stese scandiscono il trascorrere di queste ore drammatiche. È un incendio criminale che da Caivano, Afragola, Arzano, Frattamaggiore si è propagato fino a Frattaminore. Quattro ordigni fatti esplodere in meno di 72 ore, incendi dolosi, auto crivellate di colpi, ci descrivono un contesto pericoloso oltre che allarmante». E il comitato annuncia che domani alle 17 sarà a Frattaminore «con don Maurizio, il sindaco di Arzano, le associazioni e volontari. Per riprenderci la città». Di rischio di deriva sudamericana ha parlato Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore della Lega per la Città Metropolitana, puntando il dito contro il ministro dell'Interno che alle promesse - dice - non fa seguire i fatti.
 

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