Diego sul Frecciarossa Torino-Napoli: «Io, prigioniero del treno deragliato. Al buio e nel fumo, scene di panico»

Diego sul Frecciarossa Torino-Napoli: «Io, prigioniero del treno deragliato. Al buio e nel fumo, scene di panico»
di Elena Romanazzi
Venerdì 3 Giugno 2022, 23:02 - Ultimo agg. 4 Giugno, 16:57
4 Minuti di Lettura

Scivolano via senza fermarsi dopo una odissea iniziata intorno alle 14.12 per chi è partito da Roma diretto a Napoli. Circa 219 persone a bordo. Il treno si è fermato all’altezza della Prenestina ed è stato il caos. Moltissimi i pendolari campani a bordo, chi fa avanti e indietro tutti i giorni e combatte regolarmente con ritardi e disservizi. E a sera tarda non sapeva, come molti scrivevano nelle chat, se la linea Alta velocità sarebbe ritornata regolare per questa mattina, in modo da potersi organizzare per tempo.

Tra le persone che erano a bordo del 9311, Diego De Gisi, ingegnere di 43 anni, di Avellino.

Parte da Avellino tutti i giorni per lavorare nella capitale. «Ero nella carrozza nove - racconta - ho sentito gridare, ho visto la gente che correva, c’era una donna incinta e una mamma con i figli piccoli spaventatissimi. E poi il fumo».

 

Cosa è successo esattamente?
«Nella mia carrozza sinceramente non si è sentito nulla, ma ci siamo trovati al buio, aria condizionata spenta abbiamo avuto pochissime informazioni per un po’ d tempo, c’era questo fumo fastidioso e si sa certo non si possono aprire i finestrini sui treni dell’alta velocità».

E poi?
«Abbiamo saputo che era in parte deragliato e ho tranquillizzato subito mia moglie che mi aspettava a casa. Certo è stata dura».

Dopo quanto tempo siete usciti dal treno?
«È passata circa un’ora. Ci sono venuti a prendere con le torce in mano per fare luce in galleria, c’erano i vigili del fuoco, la polizia e altro personale delle ferrovie, la protezione civile. Abbiano camminato per circa 400 metri fino alla stazione di Togliatti e poi c’è stata la lunga attesa. Non sapevamo se arrivasse un altro treno o come ci avrebbero portato alla stazione Termini è stato il caos poi hanno mandato i taxi, dei van, a prenderci».

Una volta arrivati a Termini?
«Il panico come si può immaginare. Ci hanno abbandonati a noi stessi. A un certo punto ci hanno spedito in biglietteria dove c’era la ressa dal momento che tutta la circolazione ferroviaria era bloccata con centinaia di persone a terra che non sapevano cosa sarebbe successo. Noi compresi. Poi ha prevalso la ragionevolezza ma solo quando si sono levate le voci di protesta di chi si trovava a bordo del treno incidentato e hanno detto di salire sui primi treni disponibili».

Una vera e propria impresa.
«Ci siamo ovviamente separati, noi siamo stati i primi a salire. Diciamo che nella disavventura sono stato fortunato a salire sul treno».

Si lamentava dell’assistenza.
«C’è stata ma tardiva, non riuscire ad avere notizie, non capire subito la gravità di quanto è accaduto non è stato piacevole anche se nella mia carrozza non ho sentito nulla e il fumo l’ho visto solo nelle altre ma una volta arrivati a Termini non sapevamo come muoverci, non avevamo indicazioni utili. Poi ci hanno dato una box di cortesia per i generi di prima necessità, acqua, una merendina. ma che giornata da incubo». 

Mi conceda un ultima domanda?
«Le chiedo scusa il mio viaggio ancora non è finito, corro a prendere il pullman per arrivare ad Avellino. Finalmente a casa. Domani (oggi per chi legge) non lavoro. Devo solo riposare e dimenticare».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA