Frode fiscale nel settore siderurgico, a Napoli sequestri per oltre 4 milioni di euro

Frode fiscale nel settore siderurgico, a Napoli sequestri per oltre 4 milioni di euro
Mercoledì 4 Settembre 2019, 09:19 - Ultimo agg. 5 Settembre, 07:07
4 Minuti di Lettura
Nella mattinata odierna, all’esito di una articolata indagine coordinata dal sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Napoli Lucio Giugliano, sezione criminalità economica, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari reali, emessa dal GIP del Tribunale partenopeo, per la complessiva somma di euro 4.740.002 quale profitto illecito di una maxi frode fiscale perpetrata nel settore siderurgico.

In particolare, l’operazione odierna - che ha visto i militari impegnati in oltre 14 perquisizioni su tutto il territorio campano - è il frutto di complesse investigazioni condotte in sinergia tra gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e i Funzionari del Settore Contrasto Illeciti – Divisione contribuenti – della Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate che ha portato alla luce una organizzazione delinquenziale con base nella città di Napoli, finalizzata all’evasione fiscale attraverso il meccanismo della c.d. “frode carosello”. L’architettura fraudolenta ideata dal sodalizio prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, per un importo di 23.524.334,00 milioni di euro, attraverso una filiera di società missing traders costituite ad hoc, legalmente amministrate da soggetti risultati dei meri “prestanomi”. In tal modo, il meccanismo illecito ha permesso di approvvigionarsi di merci a prezzi concorrenziali rispetto a quelli di mercato che, attraverso fatture intestate a società missing traders, venivano successivamente commercializzate nel territorio nazionale “sottocosto”, grazie al mancato versamento all’Erario dell’IVA incassata dai clienti.

L’acquisizione delle merci avveniva per mezzo dell’interposizione fittizia delle ditte o società missing traders nei rapporti con i fornitori nazionali dietro rilascio di false “dichiarazioni d’intento”. Le indagini hanno, altresì, consentito di disvelare gli accordi fraudolenti intercorsi tra il dominus del sistema illecito e alcuni clienti laddove si è dimostrata la piena consapevolezza, da parte di quest’ultimi, della natura di missing traders dei soggetti fornitori e, quindi, della circostanza che i prezzi di favore, fuori mercato, praticati dai medesimi fossero frutto del meccanismo frodatorio posto in essere dal sodalizio. Consapevolezza che con il tempo ha spinto gli stessi clienti ad avanzare proposte su prezzi di acquisto ancora più bassi. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi, la misura patrimoniale del sequestro per equivalente applicata in data odierna ha permesso di porre sotto sequestro disponibilità finanziare esistenti su conti correnti, immobili, autovetture e quote societarie, consentendo il recupero nelle casse dello Stato delle somme che illecitamente sono state sottratte al Fisco dagli indagati.

Circa 60 anni, nato a Udine ma in Campania da tempo, una vecchia carta d'identità.
Segni particolari: irreperibile da venti anni. Da queste scarne informazioni è partito il Nucleo di Polizia Economico-finanziario della Guardia di Finanza di Napoli riuscendo a bloccare anche l'artefice della frode. Il nome dell'operazione - «maschera di ferro» - si ispira proprio a questo personaggio, definito «inquietante» dagli investigatori, di cui, finora quasi niente si sapeva. I finanzieri, stamattina, si sono recati nell'ultima abitazione, nel Casertano, dove l'uomo era stato segnalato: i proprietari dell'appartamento (modesto, proprio per non dare nell'occhio) che percepivano l'affitto in nero, hanno riferito ai militari di non avere, da tempo, notizie del loro inquilino. Ma lui era lì, a poca distanza, mentre - sicuro di non essere riconoscibile - si godeva la scena. E invece i finanzieri, in possesso di una sua foto, hanno intuito che potesse essere nei paraggi e sono riusciti a individuarlo e a bloccarlo. Gli è stato sequestrato tutto quello che aveva in quel momento con se (chiavi dell'auto, documenti, cellulari, carte di credito e, quindi, anche conti correnti). Da ulteriori accertamenti potrebbero emergere nuovi profili e, forse, anche altre responsabilità. Individuarlo non è stato facile: ci sono voluti mesi di appostamenti, attività tecniche (anche con gps) e di riscontri, per stringere il cerchio. Il 60enne non ha una residenza, non ha alcun bene intestato, non ha alcun cellulare intestato (i suoi numeri telefonici, che cambiava spessissimo, erano tutti intestati ad altri). Inoltre non aveva alcun rapporto con la moglie da cui si è separato.(ANSA).
© RIPRODUZIONE RISERVATA