Galleria Vittoria di Napoli, il flop dei controlli: ladri in azione con il camion

Galleria Vittoria di Napoli, il flop dei controlli: ladri in azione con il camion
di Paolo Barbuto
Giovedì 2 Dicembre 2021, 23:56 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 08:37
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Quanto è stato facile rubare i cavi dell’aerazione dentro la galleria Vittoria? Se lo chiedono i napoletani, se lo chiede anche chi sta investigando su un furto imbarazzante che è la testimonianza dello stato di abbandono nel quale versa la città. Dietro al blitz dei delinquenti che hanno portato via un chilometro e mezzo di cavi elettrici, c’è un percorso che appare difficile da identificare e sul quale, probabilmente, nessuno mai riuscirà a fare luce. Può essere avvenuto in un momento qualunque dei dieci mesi durante i quali la struttura è rimasta abbandonata, dal settembre dello scorso anno all’agosto di quest’anno, quando sono iniziati i lavori dell’Anas. Può essere stato compiuto con ogni tipo di mezzo in una qualunque delle notti napoletane in cui i controlli sono leggeri e può capitare che nessuno si accorga di una vicenda così clamorosa. A dire la verità qualcuno sostiene che il furto potrebbe essere avvenuto anche durante i mesi dei lavori ufficiali. È vero che in quel tempo c’è stata una vigilanza serrata, però l’esperienza insegna non è impensabile che avvenga qualcosa anche quando sono attivati i controlli. Naturalmente, è bene precisarlo, nessuno pensa, e nemmeno ipotizza, che possano esserci state collusioni o comportamenti errati, si tratta solo di valutare l’ipotesi che possano esserci state banali distrazioni oppure interventi che hanno attirato altrove l’attenzione degli addetti.

Per portare via i cavi di collegamento dell’impianto di aerazione sono entrati in azione esperti del settore: non è difficile trovarne perché, in genere, si accaniscono sui sistemi elettrici delle ferrovie ed operano lungo le massicciate portando via chilometri di cavi. In questo caso, però, c’era la difficoltà di raggiungere il luogo nel quale operare il furto, in cima alla volta della galleria, laddove sono posizionati i giganteschi ventilatori del sistema di aerazione. Per raggiungere quell’altezza, negli ultimi mesi, gli operai dell’Anas hanno utilizzato speciali cestelli elevatori. Lassù si può anche arrivare con un autocarro dotato di cestello o anche con una scala elevabile come quelle utilizzate dai traslocatori.

Però in questo caso c’è una domanda che aleggia: com’è possibile che qualcuno sia entrato lì dentro, abbia sollevato un carrello elevatore e abbia commesso il furto, senza che nessuno se ne rendesse conto?

Tra le ipotesi al vaglio ce n’è una che desta particolare attenzione: potrebbero aver operato in pieno giorno.

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Ha il sapore della trama di un film l’idea portata avanti, tra le tante di queste ore, secondo la quale, per evitare di suscitare troppo clamore, chi ha progettato il furto si sia introdotto nella galleria durante una mattina qualunque: vedere operai al lavoro lì dentro in orari “normali” potrebbe aver offerto ai ladri una protezione in più. Salire in alto con un carrello elevatore è un’operazione sospetta se avviene nel cuore della notte, appare normale, invece, durante il giorno. La certezza è che il materiale portato via non ha un valore elevatissimo. Per l’acquisto di nuovi cavi in sostituzione di quelli rubati, il Comune ha sostenuto una spesa vicina ai dodicimila euro, non un prezzo eclatante. Insomma, la città è costretta a vivere altri dieci giorni di passione e di galleria chiusa per un furto di modesta entità del quale nessuno s’è accorto.

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Probabilmente la questione non si sarebbe presentata oggi se, in fase di consegna del cantiere, qualcuno avesse pensato a verificare il funzionamento dell’impianto di aerazione. Se ad agosto si fosse manifestato il problema, sarebbe stato risolto in un lampo e la città nemmeno si sarebbe accorta della questione. Invece all’epoca nessuno pensò di verificare il funzionamento dell’impianto. E nessuno pensò di attivare controlli serrati nemmeno a giugno quando un sopralluogo del Comune rilevò la manomissione di un pozzetto. La vicenda venne segnalata alla forze dell’ordine, palazzo San Giacomo, però, non si rese conto che quello poteva essere un segnale importante. Evidentemente qualcuno stava entrando in galleria, la stava perlustrando per capire cosa rubare, forse aveva già portato via il rame dell’aerazione e stava cercando altre vie per rubarne altro. Invece tutto venne derubricato come atto teppistico, come sfregio. Erano i giorni in cui la Giunta lavorava “pancia a terra” per la galleria, non aveva tempo di pensare come proteggerla. 

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