«Valorizzare i beni confiscati è un dovere e come governo dobbiamo fare ancora di più per sostenere le associazioni che li gestiscono. È importante fare rete, dare segnali». Così il ministro Luigi Di Maio al taglio del nastro del bene confiscato ad Armando del Core, alias o Pastore, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giancarlo Siani. Il numero uno della Farnesina ha visitato, assieme al pm Maria Di Mauro e al commissario prefettizio del Comune di Marano (sciolto per camorra) Gerardina Basilicata, l'appartamento in cui per anni ha dimorato Del Core, ritenuto un elemento di spicco del clan Nuvoletta. Nel fabbricato di via Recca, affidato all'associazione Terra Viva e composto da due piani, vive ancora la sorella del killer del giornalista del Mattino. Per la pm Di Mauro, ex Dda, «affidare l'appartamento di Del Core ha un significato simbolico potentissimo. Qui c'è un pezzo importante della storia della criminalità organizzata di questo paese. Una storia che ricollega la figura di Siani, che fu tra i primi a comprendere che la camorra stava compiendo un salto di qualità, ai giorni nostri».
«La presenza del ministro - ha detto Basilicata - è indice che il territorio e il suo Comune non sono soli».
La casa di Del Core, divenuta proprietà dello Stato nel 2013 e da ieri affidata ai volontari dell'associazione Terra Viva, accoglierà ragazze madri e vittime di violenza. Terra Viva, rappresentata da Angelo Zanfardino e Salvatore De Maio, ha di recente denunciato intimidazioni.
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