Giannelli, il super-ricercato di Pianura e Bagnoli: era atteso in un covo protetto

Giannelli, il super-ricercato di Pianura e Bagnoli: era atteso in un covo protetto
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 10 Febbraio 2016, 09:03 - Ultimo agg. 09:28
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La trappola è scattata nel pomeriggio. Sono da poco passate le sei di lunedì quando la squadra dei carabinieri che da settimane danno la caccia a uno dei più pericolosi latitanti di camorra intuiscono che questa può essere davvero la volta buona. Seguendo i movimenti di una giovane donna arrivano ad Alessandro Giannelli, boss emergente di Bagnoli che - stando alle indagini della Direzione distrettuale antimafia - è uno dei protagonisti della nuova guerra criminale che infiamma la zona occidentale di Napoli. Ma per chiudere il cerchio si dovrà aspettare la tarda serata: così, poco prima di mezzanotte, intercettano il latitante sull'autostrada Napoli-Roma, all'altezza di San Nicola la Strada, lo bloccano e lo arrestano.Fine della corsa. Giannelli si era dato alla macchia il 20 gennaio sfuggendo a un ordine di cattura emesso dal giudice per le indagini preliminari in relazione a una tentata estorsione ai danni di un imprenditore di Pianura.

Da allora di lui si erano perse tutte le tracce. Ma se per la legge era diventato un fantasma, tra Bagnoli e Soccavo la sua presenza continuava a essere più che palpabile: dal suo rifugio segreto, stando alle indagini di polizia e carabinieri, avrebbe continuato a dirigere le «operazioni» del suo gruppo ordinando raid e incursioni armate. Trentotto anni, un passato maturato all'ombra degli ambienti vicini al gruppo dei D'Ausilio di Bagnoli, Giannelli aveva deciso di fare il grande passo mettendosi in proprio per conquistare il monopolio degli affari illeciti da Fuorigrotta a Pianura. Ma veniamo alle fasi dell'arresto. I carabinieri del Reparto operativo diretto dal colonnello Alfonso Pannone seguono la compagna di Giannelli e così intercettano il fuggitivo; nella stazione di servizio della A1 di San Nicola la Strada l'uomo cambia macchina, passando da una Golf a una Nissan. È quello il momento giusto per intervenire. Giannelli capisce che è finita, non accenna ad alcuna reazione e si lascia ammanettare. Non era armato. Viaggiava verso Roma, ma secondo gli investigatori la Capitale era solo uno snodo da oltrepassare per giungere alla meta. Giannelli voleva rifugiarsi a Pesaro, nelle Marche.

Il perché lo stanno cercando di capire i carabinieri: i quali comunque sono convinti che la destinazione finale del viaggio mai iniziato da Giannelli fosse diretto vero una meta sicura. Di certo aveva contatti già radicati e solide basi. Un buen retiro all'ombra di un covo protetto. Al vaglio della Procura di Napoli restano anche le posizioni dei due che accompagnavano il super-ricercato: la sua compagna e il giovane di Bagnoli (la cui identità non è stata resa nota) che era al volante dell'auto potrebbero essere denunciati per favoreggiamento. In realtà in quella macchina sulla quale Giannelli cercava di uscire da Napoli c'era anche una terza persona: un bimbo, il figlio della sua amante.E adesso che anche il personaggio emergente della nuova camorra flegrea è stato assicurato al carcere, resta da capire quello che succederà dopo il suo arresto.

Tutta la zona occidentale di Napoli è percorsa da fibrillazioni criminali che sono la peggiore cartina di tornasole, la prova del fatto che le dinamiche camorriste non attendono i tempi (lenti) della risposta giudiziaria. Giannelli aveva raggruppato attorno a sé un manipolo consistente di delinquenti, quasi tutti giovanissimi e molto pericolosi, ai quali aveva prospettato il sogno di «prendersi» zone strategiche quali il Rione Traiano, Cavalleggeri e la stessa Pianura: spazi vitali per chi punta sulle due voci di bilancio della criminalità organizzata, cioè lo spaccio di droga e le estorsioni.Gioverà ricordare il profilo di questo 38enne spavaldo, attento alla lettura delle cronache giudiziarie al punto da minacciare querele e azioni legali anche ai cronisti che lo indicavano come vicino alla camorra. Chi sia veramente Giannelli lo scrivono a chiare lettere le informative e anche alcune ordinanze firmate da magistrati della Repubblica italiana. Stando a quei documenti Giannelli è il capo dell'omonimo gruppo criminale attivo nella zona via Cavalleggeri, tra i quartieri Bagnoli e Fuorigrotta di Napoli, area in cui nelle ultime settimane si sono registrati fatti di sangue e continue sparatorie: sventagliate di kalashnikov per le strade e su facciate di palazzi, oltre a tentativi di estorsione che per paura in tanti non hanno nemmeno mai denunciato. Giannelli sparì dalla circolazione, guarda caso, proprio all'indomani dell'ultimo raid commesso insieme con due complici (arrestati) all'interno di una concessionaria di automobili a Pianura. Si presentò, prima di Natale, a chiedere il «pizzo» al titolare dell'esercizio commerciale, e al suo diniego non esitò a estrarre con i suoi complici le pistole facendo il tiro a bersaglio sulle macchine esposte in vetrina. Episodio per il quale è attualmente indagato con accuse gravissime: tentata estorsione, danneggiamento, violenza privata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, tutto aggravato dal metodo mafioso.

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