Giudice di Pace a Napoli, il presidente del Tribunale contro gli avvocati: «Zero aperture, rischio virus ancora alto»

Giudice di Pace a Napoli, il presidente del Tribunale contro gli avvocati: «Zero aperture, rischio virus ancora alto»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 13 Giugno 2021, 15:00 - Ultimo agg. 20:42
4 Minuti di Lettura

«Sono rimasta sorpresa dalla manifestazione di protesta degli avvocati davanti agli uffici del Giudice di Pace in via Foria. Tra l'altro proprio il giorno prima avevo incontrato i rappresentanti del Sindacato forense e avevamo discusso anche della questione dei processi arretrati. Ho sempre avuto un rapporto collaborativo con l'Ordine degli avvocati e questa protesta è arrivata assolutamente inattesa e senza alcun preavviso». Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale di Napoli, commenta così l'iniziativa degli avvocati di protestare per una più rapida ripresa delle attività presso il Giudice di Pace.

 

Presidente, ci sono quarantamila cause arretrate e soltanto nel 2020. Con questi numeri come si può garantire un servizio ai cittadini all'altezza della situazione?
«Guardi, purtroppo i dati epidemiologici del Covid impongono ancora, obbligatoriamente, delle limitazioni e anche nelle interlocuzioni precedenti con i rappresentanti degli avvocati avevo spiegato che sarà possibile apportare degli accorgimenti solo dopo il 31 luglio per riprendere a settembre a regime diverso, o meglio ancora ordinario.

Gli spazi, soprattutto quelli degli uffici del Giudice di Pace, sono limitati, quando mi dicono che bisognerebbe aumentare le cause fissate in ogni udienza vorrei ricordare un aneddoto».

Quale?
«Non molto tempo fa quando mi sono recata presso gli uffici di via Foria sono stata letteralmente aggredita da uno dei giudici il quale si lamentava che, nonostante le misure prese, queste non garantissero comunque la sicurezza sul piano dei contagi. Tra l'altro in questo comparto c'è una forte attività sindacale che chiede di far rispettare le norme anticontagio anche perché come sancisce l'articolo 32 della nostra Costituzione la salute è un bene primario. Mi è stato anche riferito di un giudice che, nonostante i provvedimenti imposti, discuteva trenta cause al giorno e sono dovuta intervenire con un richiamo. Al momento il liberi tutti ancora non c'è. Da settembre, quando cambieranno anche le direttive nazionali, si potrà intervenire per aumentare le cause discusse».

Gli avvocati dicono che dieci cause per ogni giudice sono poche e così è impossibile smaltire gli arretrati. Non è proprio possibile risolvere la situazione?
«Non mi risulta che prima della pandemia non vi fosse alcun arretrato, o che questo avesse dimensioni trascurabili. Purtroppo la pandemia, che ci ha travolto anche molto rapidamente e ci ha costretto a misure drastiche, ha aggravato i numeri delle pendenze arretrate».

Soluzioni alternative?
«Al momento non si può fare di più se non attivare la trattazione dei processi da remoto come è già nella disponibilità dei giudici di pace anche se viene poco utilizzata».

Come lei spiega il problema dell'arretrato delle cause non è arrivato oggi con la pandemia, ma è un problema strutturale dell'amministrazione della giustizia, non solo a Napoli. Bisognerebbe intervenire sull'organico? Come si fa?
«Io posso solo segnalarlo al Ministero, come ho già fatto numerose volte, purtroppo senza riscontro; per il resto prevedo di aumentare il numero delle udienze di ciascun giudice di pace ma questa modifica dovrà essere oggetto di variazione tabellare».

Nei giorni scorsi c'è stato anche l'allagamento della Sezione Lavoro del Tribunale che l'ha costretta a chiudere quegli uffici per due giorni. Il tribunale sconta pure problemi alla sua struttura?
«Interventi, anche qui, sollecitati moltissime volte. Se come avevo già richiesto gli uffici fossero stati dotati di apposite sonde non si sarebbe verificato ciò che è successo. Ma il tribunale non ha una propria autonomia per questo genere di interventi, posso solo segnalare agli organi competenti le carenze e confidare in un tempestivo ed efficace intervento». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA