Giudice napoletano arrestato:
«Contro di lui complotto dei colleghi»

Giudice napoletano arrestato: «Contro di lui complotto dei colleghi»
Mercoledì 7 Febbraio 2018, 16:46 - Ultimo agg. 17:47
2 Minuti di Lettura

Un complotto pianificato dai colleghi per danneggiarlo: è una delle linee difensive scelte da Giancarlo Longo, ex pm di Siracusa ora giudice al tribunale di Napoli, arrestato ieri su ordine del gip di Messina con le accuse di corruzione, falso e associazione a delinquere. Longo, che, annuncia il suo legale, l'avvocato Candido Bonaventura, non si avvarrà della facoltà di non rispondere, sarà interrogato domani dal giudice delle indagini preliminari nel carcere di Poggioreale. Sospettando da tempo di essere finito nel mirino degli inquirenti, ha depositato nelle scorse settimane una memoria difensiva in cui accusa gli otto ex colleghi pm di Siracusa che hanno sollevato il caso e l'hanno denunciato di aver pianificato tutto per danneggiarlo. Il magistrato è accusato di aver fatto parte di una organizzazione criminale insieme a due noti legali, Piero Amara, avvocato dell'Eni, e Giuseppe Calafiore, di avere pilotato procedimenti penali e depistato indagini in cui erano coinvolti clienti «illustri» dei due difensori: come l'Eni, ad esempio. Longo avrebbe svenduto la funzione giudiziaria in cambio di soldi. «Abbiamo dimostrato attraverso una consulenza che però non è stata tenuta in considerazione dai pm - dice il suo legale - che i soldi depositati da Longo sul suo conto erano regali dei suoceri. Bastava confrontare i movimenti bancari da loro fatti». «Il mio cliente - ha spiegato - ha sempre ammesso di conoscere Calafiore e Amara, ma più volte ha indagato e chiesto provvedimenti a carico dei loro clienti per i quali non ha mai avuto trattamenti di favore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA