Giugliano, rivolta dei fedeli: «Il convento non si tocca»

Giugliano, rivolta dei fedeli: «Il convento non si tocca»
di Maria Rosaria Ferrara
Venerdì 29 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 30 Luglio, 09:55
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È divenuta una battaglia trasversale quella per evitare la chiusura del convento dei monaci di Giugliano. La notizia dell'imminente addio dei francescani voluto dall'ordine provinciale dei frati minori per «mancanza di vocazioni» ha smosso tutti: dalla cittadinanza alla politica, dall'associazionismo alla Curia.

Il convento di via San Francesco d'Assisi dovrebbe chiudere a fine agosto.

Troppo pochi i frati che attualmente lo vivono, appena tre, di cui uno 90enne. Troppo poche le vocazioni per ingrossarne le fila e così i vertici dell'ordine francescano hanno deciso di mettere fine a un'esperienza che in città va avanti da secoli. La chiesa-convento infatti risale a circa 400 anni fa. Una struttura storica, un simbolo a cui i giuglianesi non vogliono rinunciare. E così, ognuno per le proprie competenze, sta provando a portare avanti la battaglia. I cittadini scendono in piazza, il sindaco ha scritto al Papa, la diocesi di Aversa è disponibile a mantenere il convento «luogo di incontro, di carità fraterna e di spiritualità».

Dopo il flash mob all'esterno della chiesa lo scorso sabato organizzato da fedeli e associazioni, oggi si torna di nuovo a manifestare in strada. I fedeli hanno organizzato una fiaccolata che partirà alle 20 da piazza San Nicola per poi raggiungere il convento. Gli slogan che circolano sui social e utilizzati anche sugli striscioni all'esterno dell'edificio sono: «Giù le mani dal convento» e «Non togliete i frati da Giugliano». Il sindaco Nicola Pirozzi ha invece preso carta e penna e ha scritto a Papa Francesco: «Questa decisione, presa in maniera repentina, non ha tenuto in considerazione le gravi ripercussioni negative sia sociali, culturali che morali che avrebbe determinato sulla mia comunità - scrive il sindaco - Mi rivolgo a Lei nella speranza che questa decisione possa mutare. La mia città non merita di essere privata di un riferimento spirituale che sente parte della propria esistenza».

L'ipotesi che è circolata in questi giorni è che l'edifico venga affidato alla diocesi di Aversa che ha offerto «la propria disponibilità perché la chiesa e il convento Santa Maria delle Grazie possano continuare ad essere luogo di incontro, di carità fraterna, di spiritualità e di preghiera». 

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La preoccupazione, oltre che per la perdita della presenza di frati, è anche per la struttura che, con la chiusura del convento, si teme possa essere definitivamente abbandonata. Parliamo di un edificio molto grande con all'interno un ampio chiostro e un giardino. Quest'ultimo è stato finalmente riaperto alla città solo venerdì e solo nei weekend dalle 19 alle 21. 

«Siamo nati in questo convento, se lo chiudono è come toglierci un pezzo di vita» dice la signora Maria, fedele della chiesa Santa Maria delle Grazie. «È una realtà stupenda che negli anni ha fatto tanto, chiediamo almeno la presenza di un frate - è la richiesta di Gerardo - Non possiamo accettare di mandare via una storia centenaria». Negli anni sono state numerose le attività messe in campo dai frati, a partire dall'ospitalità data a studenti universitari, agli scout, che lì hanno la loro «casa», al centro adozioni a distanza. Questa dei monaci sarebbe la terza struttura religiosa a chiudere nel giro di pochi anni. Ad abbandonare Giugliano sono state già le suore clarisse di via Camposcino e le suore di Santa Giovanna Antida di via Sant'Anna. 

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