Le ultime ore di Giulia, una cena e poi le fiamme sulla barca a Castellammare: si indaga per omicidio colposo

Le ultime ore di Giulia, una cena e poi le fiamme sulla barca a Castellammare: si indaga per omicidio colposo
di Dario Sautto
Martedì 31 Agosto 2021, 22:57 - Ultimo agg. 1 Settembre, 19:57
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Qualcuno ha lasciato una rosa rossa e un mazzo di fiori, lì dove era attraccato il veliero «Morgane», andato a fuoco nella notte tra domenica e lunedì. In quella barca a vela è stata trovata priva di vita Giulia Maccaroni, hostess 29enne di San Vito Romano (Roma), probabilmente morta asfissiata per le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate dal rogo scoppiato all’interno dell’imbarcazione attraccata nel porto turistico di Marina di Stabia, a Castellammare. Proprio sulla cause che hanno innescato il rogo si concentrano le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliana Moccia) e condotte dalla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, agli ordini del comandante Achille Selleri. La Procura oplontina ha aperto un fascicolo d’inchiesta che ipotizza i reati di incendio colposo, sommersione colposa (una declinazione del reato di naufragio) e omicidio colposo, al momento contro ignoti. Non ci sono indagati e tutti i testimoni finora sono stati ascoltati come persone informate sui fatti. 

Acquisiti i filmati della videosorveglianza forniti dalla vigilanza di Marina di Stabia, gli inquirenti stanno ricostruendo tutte le fasi dall’attracco del veliero (avvenuto intorno alle 16 di domenica) fino allo scoppio dell’incendio nella parte centrale della barca, che si è verificato intorno alle 3 della notte. A dare l’allarme è stato qualche decina di minuti dopo uno dei responsabili della vigilanza che, durante il consueto giro notturno, è stato attirato dalle prime fiamme visibili all’interno dello scafo. Gli inquirenti ritengono un’ipotesi «residuale» la possibilità di un innesco accidentale delle fiamme e lavorano su varie piste, anche su quella dolosa, non tralasciando nulla al caso. Per avere delle certezze sarà necessario recuperare ed ispezionare la barca semiaffondata nelle acque del porto turistico: ieri le operazioni con i galleggianti sono state sospese perché i tre alberi che sostenevano le vele sono crollati e fanno da contrappeso. A farli crollare è stata una violenta esplosione, che si è verificata quando la saturazione dei gas sottocoperta ha raggiunto il limite. Giulia era all’interno della cabina, ma era già priva di sensi poiché è stata ritrovata pochi minuti dopo distesa, così come si era addormentata, ed evidentemente non aveva avuto reazioni. Non aveva segni di violenza né bruciature sul corpo, aveva scelto di dormire in una cabina non sua, a poppa, lì dove era possibile accendere l’aria condizionata che era ancora in funzione.

Proprio il riciclo dell’aria potrebbe aver asfissiato nel sonno più rapidamente la giovane hostess della provincia di Roma, che dunque non si sarebbe accorta dell’incendio. Se avesse capito il pericolo, le sarebbe bastato alzarsi per aprire un oblò sulla sua testa ed uscire. Così, purtroppo, non è stato. 

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E al momento, in attesa dell’autopsia, gli inquirenti non escludono neanche l’ipotesi che Giulia fosse già priva di vita ben prima del rogo. Attenzione massima è stata dedicata nella giornata di ieri ai filmati della videosorveglianza. Nelle dodici ore di registrazioni, al momento è emerso che l’ultimo testimone ad aver visto a bordo della barca Giulia sia stato proprio l’armatore, già ascoltato insieme al capitano nella giornata di lunedì. I due, seppure con stato d’animo differente, hanno raccontato più o meno la stessa versione: Giulia era molto stanca e aveva chiesto di dormire quella notte in barca prima di mettersi in viaggio l’indomani per qualche giorno di ferie. Ritenuta esperta nella gestione dell’imbarcazione, la giovane è rimasta sola intorno alle 19, ha lasciato il veliero solo qualche minuto per la cena, per poi tornare all’interno verso le 20:30. Da allora non avrebbe incontrato nessun altro. Tra oggi e domani, saranno ascoltati altri possibili testimoni che potrebbero aver incontrato Giulia. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche tutte gli aspetti relativi alla sicurezza a bordo del veliero, alla presenza di dispositivi antincendio e di tutta la documentazione necessaria. L’autopsia non è stata ancora fissata, poiché ci sono da sciogliere ancora diversi nodi che riguardano principalmente le cause dell’incendio. Molto probabilmente si è trattato di un guasto elettrico, forse causato dal malfunzionamento delle strumentazioni interne, forse proprio di quel condizionatore che era ancora acceso mentre la barca stava affondando. Ieri mattina sono stati a Castellammare per il formale riconoscimento della salma anche lo zio e il fratello di Giulia. La mamma non ce l’ha fatta: da due giorni è sotto choc ed ha accusato un forte malore lunedì mattina, quando è stata informata che la sua Giulia era morta.

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