Giulia Tramontano, la mobilitazione dell'Ordine assistenti sociali della Campania

Il Croas aderisce all'iniziativa del 7 giugno in piazza del Plebiscito

Giulia Tramontano
Giulia Tramontano
Martedì 6 Giugno 2023, 18:56
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Sul caso di Giulia Tramontano, 29 anni, al settimo mese di gravidanza e morta per mano del suo fidanzato, è intervenuto anche il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Campania, presieduto da Gilda Panico.

«La morte di Giulia - si legge in un documento approvato oggi da del consiglio dell'Ordine - È l’ennesimo femminicidio che si consuma quest’anno nel nostro paese e che si aggiunge alla lunga lista di donne vittima di soprusi, di violenza e di morte. Il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Campania, condanna duramente questo stato di cose. Questa ennesima vittima ci mette di fronte ad una realtà culturale che va cambiata nel profondo, purtroppo nel 2023 assistiamo ancora a fenomeni di predominanza e di repressione nei confronti di donne e dei loro figli colpevoli di credere in un amore malato».

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«L’adesione - continua il comunicato - da parte del Croas Campania e dei suoi iscritti all’iniziativa promossa dalla Consulta regionale per la condizione della donna “Per Giulia e il suo bambino per tutte le donne violate e uccise” che si terrà il 7 giugno alle 17 a piazza Plebiscito a Napoli, mira ad esprimere la solidarietà e la vicinanza alla famiglia di Giulia, ma anche a tutte le famiglie che sono sopraffatte dal dolore per la perdita di una madre, di una figlia, di una sorella, per improvvisi ed inaccettabili cambiamenti nelle costellazioni familiari».

«Gli Assistenti Sociali ogni giorno parlano con le persone ed il loro impegno professionale è quello di sostenere e promuovere processi di aiuto per le persone in difficoltà. È necessario - conclude il comunicato - sensibilizzare lo Stato, l’opinione pubblica, le famiglie, la scuola, le professionalità, le associazioni per mettere in campo tutte le azioni possibili di prevenzione, di denuncia e di sostegno e per cambiare definitivamente il problema culturale della violenza sulle donne e sui loro figli».

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