Gragnano. Giustizia lumaca: a rischio prescrizione il processo alla ex sindaco Patriarca

Gragnano. Giustizia lumaca: a rischio prescrizione il processo alla ex sindaco Patriarca
di Dario Sautto
Sabato 21 Novembre 2015, 14:28 - Ultimo agg. 18 Novembre, 11:30
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Dario Sautto Gragnano. «Il processo è fermo da troppi mesi», i giudici stilano un calendario che prevede 6 udienze in 2 mesi per arrivare presto ad una sentenza. Il rischio prescrizione è dietro l'angolo e l'ennesimo rinvio per legittimo impedimento ha spinto il collegio della prima sezione penale del tribunale di Torre Annunziata – presidente Todisco, consiglieri Sena e Ciollaro – ad accogliere le richieste di uno degli imputati e dare un'accelerata al processo sull'appalto scuolabus di Gragnano, Comune che fu sciolto per camorra anche dopo quelle presunte irregolarità.



Imputati – con le accuse, a vario titolo, di concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio – sono l'ex sindaco gragnanese Annarita Patriarca, l'allora consigliere di maggioranza (Pdl) Liborio Di Nola, l'imprenditore Lorenzo Angelino, e i dirigenti comunali Angelo Delle Donne, Vincenzo Inserra ed Eugenio Piscino.



Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, coordinati dalla pm Rossella Annunziata della Procura di Torre Annunziata, i 6 avrebbero estromesso la ditta «School Bus Service» di Giuseppe Massarini, vincitrice del bando di gara da quasi un milione e mezzo di euro (anni 2009-2012) dalla gestione del servizio di trasporto scolastico. In pratica, tra giugno e settembre 2009, sarebbero stati effettuati controlli asfissianti e «mirati» contro la ditta di Massarini (tra l'altro coinvolta in un'inchiesta sui Casalesi, ndr), così da arrivare allo scioglimento del contratto e favorire l'azienda casertana «Angelino Bus», successivamente incaricata attraverso una procedura negoziata.



Se questa è l'accusa, dall'altro lato sono ancora da ascoltare le versioni degli imputati e del collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Alfonso Piscino, Gabriele Di Maio e Vincenzo Maiello. Ma tra legittimi impedimenti e rinvii per altre motivazioni, l'ultima udienza è slittata nuovamente. Da calendario erano previste le escussioni dei testi d'accusa: Massarini, Casillo e Scognamiglio, quest'ultimo assente e ammendato dai giudici. La doppia richiesta di rinvio, però, è stata accolta in toto, con particolare riferimento per quella presentata dall'imputato Liborio Di Nola che ha auspicato «una rapida chiusura del procedimento».



In tal senso, i giudici hanno interpretato la richiesta di Di Nola – avvocato penalista ed esponente del centrodestra gragnanese – comunicando un calendario di 6 udienze in 2 mesi, tra metà dicembre ed inizio febbraio. Un «tour de force» per evitare la prescrizione ed arrivare rapidamente ad una soluzione del caso, in un senso o nell'altro. Le attenzioni, naturalmente, sono in particolare per l'ex sindaco Annarita Patriarca, prima donna a sedere sulla poltrona di primo cittadino di Gragnano.



«Figlia d'arte» – il suo defunto padre Francesco fu sindaco, ma anche più volte deputato, senatore e sottosegretario con la Dc prima della bufera «mani pulite» – Annarita Patriarca era sindaco di Gragnano anche a marzo 2012, quando fu decretato lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche.



Se gran parte del provvedimento riguarda fatti e persone che nulla avevano a che vedere con la sua amministrazione, i riferimenti all'affare scuolabus hanno pesato molto sulla decisione del Ministero dell'Interno. Cosentiniana della prima ora, fu proprio l'ex sottosegretario all'Economia del Pdl Nicola Cosentino il testimone delle nozze tra lei ed Enrico Martinelli, altro sindaco (di San Cipriano d'Aversa) sciolto per camorra e successivamente coinvolto in una inchiesta sui Casalesi. Ma il processo riguarda tutt'altro e, in 2 mesi, potrebbe arrivare ad una soluzione.





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