Golfo di Napoli, la strage delle tartarughe tra mare freddo e reti killer

Golfo di Napoli, la strage delle tartarughe tra mare freddo e reti killer
di Massimiliano D'Esposito
Venerdì 28 Gennaio 2022, 11:00
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È una strage di tartarughe quella che si sta consumando tra le spiagge e il mare della Campania. Dopo il boom di nidi estivi individuati lungo la costa, con 57 siti accertati e quasi 3mila esemplari nati, nell'ultimo mese si registrano molti decessi tra le Caretta caretta. Sono almeno 15 gli esemplari che sono stati ritrovati privi di vita sugli arenili e nei tratti costieri, soprattutto nella zona a Nord di Napoli, segnalate dai volontari dell'Ente nazionale protezione animali. Ma i numeri potrebbero essere maggiori.

A lanciare l'allarme è l'Area marina protetta di Punta Campanella, da anni impegnata nel coordinamento regionale che tutela le Caretta caretta. «L'inverno è un periodo critico per questi animali - fanno sapere dal Parco che ha sede a Massa Lubrense -.

La bassa temperatura del mare intorpidisce le tartarughe. Sono più fragili ed esposte ai pericoli, quali la pesca accidentale o l'impatto con le imbarcazioni in navigazione. Oltre al solito problema della plastica ingerita». Dall'Area marina parte un appello ai pescatori: «Chiediamo di non rigettarle subito in mare nel caso le rinvenissero nelle reti. Potrebbero morire per embolia o annegamento per via della permanenza prolungata nel sacco della rete. In questi casi, come molti professionisti della pesca del resto già fanno, vanno allertate le autorità, a cominciare dalla Capitaneria di porto o dai centri di riferimento regionali». 

L'Area marina protetta Punta Campanella è da sempre in prima linea per la tutela della specie. Impegno che si concretizza attraverso i salvataggi in coordinamento con il Centro ricerche tartarughe marine della Stazione zoologica Anton Dohrn di Portici. In 15 anni gli operatori del Parco hanno recuperato e salvato più di 150 Caretta caretta. E nei prossimi mesi, a Massa Lubrense, aprirà un nuovo Centro di primo soccorso. «Stiamo lavorando per ultimare la struttura grazie al finanziamento della Regione Campania ed alla collaborazione del consigliere regionale Luigi Cirillo - sottolinea Lucio Cacace, presidente Amp Punta Campanella -. Il centro sarà un punto di riferimento per l'area tra i golfi di Napoli e Salerno e diventerà anche un luogo in cui promuovere azioni di formazione ed educazione ambientale per la salvaguardia di una specie affascinante e importante per l'ecosistema marino». 

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Iniziativa necessaria se si tiene conto che circa 150mila tartarughe marine vengono catturate accidentalmente ogni anno nel Mediterraneo. Migliaia sono quelle che vengono rinvenute morte in Italia. Nonostante le numerose nascite registrate, la specie resta sempre a rischio. «È fondamentale la collaborazione di tutti per tutelare una specie così fragile - osserva Raffaele Di Palma, responsabile comunicazione Amp Punta Campanella -. In primis, quella dei pescatori che già da anni, a Salerno, ci contattano quando si ritrovano una tartaruga nella rete». Un intervento immediato consente a personale specializzato di mettere in sicurezza l'animale prima di trasportarlo al centro Dohrn di Portici, dove viene curato e tenuto al sicuro in attesa che passi il periodo più freddo. «Ma si può estendere questa buona pratica - aggiunge Di Palma - alla maggior parte dei pescatori campani. Sicuramente si potrebbero salvare molte altre Caretta caretta e rendere ancora più efficace il grande lavoro che si svolge in estate per il monitoraggio dei nidi».

Negli ultimi anni, infatti, in Campania si è registrato un notevole aumento delle nidificazioni. Si è passati dalla prima individuata nel 2012 a Ogliastro, nel Cilento, al record di 57 nel 2021, con la nascita di circa tremila tartarughine, soprattutto nel Cilento e nella zona di Castelvolturno. 

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