Green pass a Napoli, primo giorno ok ma è caos con i turisti inglesi: «Il codice è sbagliato»

Green pass a Napoli, primo giorno ok ma è caos con i turisti inglesi: «Il codice è sbagliato»
di Melina Chiapparino
Sabato 7 Agosto 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:36
4 Minuti di Lettura

Napoli a portata di green pass, si è rivelata una città tutt'altro che impreparata e caotica. Tra i tanti turisti che ieri hanno affollato soprattutto il centro storico e i cittadini che si sono concessi una pausa dal lavoro, sono stati in pochi a presentarsi senza la certificazione verde all'ingresso dei locali al chiuso.

Nonostante questo, non sono mancati dubbi e proteste in questa fase iniziale di rodaggio che va analizzata da diverse prospettive. Nel reportage de Il Mattino che ieri ha raccolto storie e opinioni tra la gente, sono emerse le due facce della rivoluzione green pass in atto e, almeno per ora, non si tratta di posizioni concilianti tra loro. 

Da una parte, il bilancio della prima giornata di cambiamenti e di nuove abitudini, ha mostrato una certa consapevolezza e necessità dei benefici derivanti dal lasciapassare verde, accolto di buon grado da tanti visitatori e tanti imprenditori.

Dall'altra, il green pass è stato considerato una misura discriminante e fortemente penalizzante, per gli imprenditori e i ristoratori che non hanno aree all'aperto per le loro attività e che, tra l'altro, non potrebbero averle per motivi logistici visto che, spesso, si trovano incastonati tra i vicoletti e le stradine tipiche delle zone più antiche della città. Tra i possessori del lasciapassare ministeriale e chi non ne ha diritto, perché non vaccinato, c'è la platea degli orfani di green pass che avrebbero dovuto ottenerlo ma che, invece, sono possessori di certificazioni non valide e per loro, il primo giorno di restrizioni, è stata una vera beffa.

A completare lo scenario delle prospettive da analizzare, c'è la grande quantità di stranieri che, nelle aree all'aperto, girano per Napoli senza indossare alcun tipo di mascherina, trasgredendo forse inconsapevolmente alla regola che vige in maniera ferrea nel capoluogo campano, così come nel resto della Campania. 

Video

Ad alzare la voce, sono stati soprattutto i ristoratori senza tavoli all'aperto. «Il green pass è una misura che ci penalizza, come già è accaduto in passato per la ristorazione, il wedding e il mondo dello spettacolo» tuona Gino Sorbillo, titolare della storica pizzeria nel centro antico di Napoli che indica come un paradosso il fatto che, invece, «si possa salire tranquillamente su un aereo».

«La certificazione rallenta molto la nostra attività, ad esempio non ho potuto far accomodare una donna incinta che vista la gravidanza non aveva potuto vaccinarsi» continua l'imprenditore che, non avendo tavoli all'esterno, da ieri, ha destinato un dipendente alla verifica dei green pass o dei tamponi da presentare se effettuati entro le ultime 48 ore. 

Il malcontento dei ristoratori riguarda molte attività tra i vicoli dei Decumani. «Non so dire se questa misura sia giusta o sbagliata o se servirà a rallentare la diffusione del Covid - aggiunge Enrico Attanasio, titolare dell'omonima pizzeria - so per certo sta creando discriminazioni tra persone che fanno lo stesso mestiere».

Per questi motivi c'è chi ritiene «più equilibrato un green pass valido sia all'aperto che al chiuso» come afferma Ciro, dipendente della trattoria 'O Cerriglio

La parola d'ordine per chi ha impugnato ieri il green pass, è stata libertà. «Ci siamo vaccinate per proteggerci, appena è iniziata la campagna anti Covid» hanno raccontato Giuseppina Rignanese e Rosa Salvemini, amiche ultracinquantenni, entrambe pugliesi, che ieri sono state al caffè Gambrinus. 

«Il green pass è una garanzia di sicurezza, oltre che di libertà e ci ha permesso di festeggiare tutti insieme» ha spiegato Carmen Leo, 55enne calabrese in visita a Napoli per il matrimonio del figlio con una napoletana. Ad ammettere la corsa al vaccino per fare le valige, però, sono stati soprattutto i giovani come Jessy Lee, di origini orientali ma bolognese, vaccinata «prima delle vacanze per poter viaggiare tranquilla senza complicazioni».

Sul fronte dei turisti, la criticità emersa fin'ora riguarda i green pass extra europei, come ha spiegato Massimiliano Rosati, titolare del caffè Gambrinus. «Abbiamo riscontrato che l'app non legge il qr code di chi proviene dal Regno Unito, questo provoca qualche rallentamento nell'accoglienza dei clienti ma basta che usciamo fuori da questo incubo quanto prima che va tutto bene. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA