Green pass, il nodo del commercio: a Napoli ottomila operatori non vaccinati

Green pass, il nodo del commercio: a Napoli ottomila operatori non vaccinati
di Gennaro Di Biase
Sabato 16 Ottobre 2021, 23:53 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 07:31
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La reticenza al vaccino costa cara. Sono ottomila nell’area metropolitana di Napoli - secondo le stime di Confesercenti - i dipendenti di pubblici esercizi e negozi non ancora vaccinati. Un mese di lavoro dei No vax napoletani, in sostanza, arriva a costare «1,44 milioni spesi in tamponi» da spalmare tra datori di lavoro e gli stessi dipendenti. Ma non è tutto: se, tolto il caso Anm con il boom di 100 malati, il venerdì d’esordio dell’obbligo di Green pass sul lavoro non ha bloccato i servizi, i nodi non sono alle spalle: la mancanza degli strumenti di verifica negli uffici, la prova del nove della scadenza del regime parziale di smart working a partire dal 20 ottobre, le multe all’orizzonte. 

Non è un mistero: oltre che col vaccino, il Green pass si può ottenere spendendo, nel più economico dei casi, 15 euro per un tampone rapido, che ha una validità di 48 ore (il tampone molecolare, che dura 72 ore, ha prezzi maggiori che si aggirano intorno ai 50 euro). Considerando dunque i test meno costosi, un mese di lavoro costa al No vax 180 euro in tamponi da eseguire ogni 48 ore (nel calcolo non consideriamo i weekend, perché parliamo di lavoratori del privato che, impiegati in maggioranza dei pubblici esercizi, nel fine settimana sono più impegnati del solito). I numeri lievitano fino a 1,44 e 5,4 milioni, se moltiplicati per i dipendenti senza siero stimati in città e in regione: «Secondo gli ultimi dati - dice Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania - i lavoratori non vaccinati tra Napoli e Provincia sono circa 8mila. In tutta la Campania, il numero si aggira intorno ai 30mila occupati. Ottenere il Green pass attraverso i tamponi costituisce un costo enorme per le piccole e medie imprese. Penso per esempio alle tante attività a conduzione familiare, o con dipendenti storici, in cui il datore di lavoro si sobbarca un costo aggiuntivo di centinaia di euro al mese a causa della non vaccinazione di un dipendente. Ricordo che l’Inps ha assunto ben trecento controllori per i Green pass in regione e che la multa, nel caso in cui qualche lavoratore venisse scoperto senza certificato verde, andrà dai 400 ai 1000 euro.

Noi siamo ovviamente favorevoli al Green pass e alla vaccinazione, ma ci tengo a sottolineare che il Governo avrebbe dovuto optare per decisioni più chiare. Allo stato attuale delle cose, infatti, le spese dei tamponi sfiorano quasi a 1 milione e mezzo di euro solo nel capoluogo e non sono regolate dalle istituzioni, ma affidate a trattative private. I costi crescono se si considera che in Campania sono circa 30mila i dipendenti No vax, e qui la spesa per i tamponi arriva a 5,4 milioni». 

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Il Green pass è fondamentale per la ripresa, ma non tutte le criticità sull’applicazione delle regole sono superate. Dal Comando Provinciale dell’Arma fanno sapere che a partire da domani, dopo i primissimi giorni di assestamento delle norme, inizieranno i controlli sulle attività ad opera dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Napoli. E poi c’è l’incognita dell’imminente fine del lavoro da remoto. Dalla metà dalla prossima settimana, infatti, circa un migliaio di dipendenti tornerà in ufficio. «Già venerdì ci sono state irregolarità sui controlli, alcune verifiche sono state condotta ‘a voce’, nei cimiteri e in un ufficio del Comune, per assenza di strumenti ad hoc - ricorda Agostino Anselmi, coordinatore Cisl Fp a Palazzo San Giacomo - Come deciso da Brunetta, dal 20 di ottobre verrà meno il regime parziale di smart working; il 20% dei 4700 dipendenti comunali, cioè circa un migliaio di persone, tornerà al lavoro da mercoledì prossimo. La procedura semplificata per l’accesso allo smart working resterà valida solo per i dipendenti fragili. Questo ritorno in massa in presenza renderà più difficili i controlli al Green pass, già nel caos in queste ore». Ultimo, ma non secondario, le tensioni generate all’interno delle stesse aziende che contano No vax: «Chi rispetta le regole purtroppo viene sempre penalizzato - racconta Paolo Surace di Mattozzi in piazza Carità - conosco diversi colleghi che hanno dipendenti non vaccinati, e per evitare la chiusura o la coperta corta del personale, stanno spendendo decine di euro di test antigenici nelle ultime ore. Io stesso ho un dipendente che purtroppo non si è ancora vaccinato: senza la dose potrò sospenderlo dal lavoro senza stipendio. È un costo sanitario ed economico che non mi posso sobbarcare».

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