Green pass, imprenditore minacciato a Napoli: «I no vax mi vogliono morto ma io non ho paura»

Green pass, imprenditore minacciato a Napoli: «I no vax mi vogliono morto ma io non ho paura»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 15 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 16 Settembre, 07:04
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«Devi morire». «Ti auguro un cancro». «La tua società deve fallire». Questi sono solo alcuni degli attacchi carichi di offese e ingiurie, scagliati via social contro Daniele Maffettone, l'imprenditore napoletano finito nel mirino dei No vax. Il 43enne che da più di dieci anni lavora nell'ambito dell'animazione per bambini, è stato bersagliato da critiche, polemiche e persino minacce da quando ha scritto un post sulla pagina facebook della sua agenzia Casper animation. Dalla pubblicazione, avvenuta il 6 settembre scorso, si è scatenata un'ondata di violenza verbale che ha stupito e indignato l'imprenditore «deciso ad andare avanti per la propria strada».

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Cosa ha scritto nel post che ha scatenato violente aggressioni verbali alla sua persona?
«Si è trattato di una semplice comunicazione di servizio, pubblicata sulla pagina facebook della mia agenzia di animazione.

Nel post viene fatto presente che tutti i nostri animatori e artisti sono muniti di green pass, per cui è possibile prenotare una festa all'aperto e al chiuso in completa sicurezza. Infine, come ogni avviso, invitiamo a visitare il nostro sito e a contattarci. Quando è stato pubblicato il post, poco più di una settimana fa, l'intenzione era semplicemente quella di informare i nostri potenziali clienti. Non mi sarei mai aspettato tutta l'ondata di violenza e odio che hanno scagliato contro di me e i miei dipendenti».

In che modo vi hanno attaccato?
«Dopo appena qualche ora dalla pubblicazione del post, i miei collaboratori mi hanno fatto notare i primi commenti dove ci chiamavano ridicoli, dicevano che col green pass facevamo tristezza e che eravamo gente che esegue ordine dai nazisti e ancora che invece di feste potevamo solo organizzare funerali. Alcune offese sono state inviate sulla pagina social, altre nella messaggeria privata».

Ha ricevuto offese pesanti?
«Non c'è voluto molto tempo affinché gli insulti diventassero sempre più feroci e violenti, così dalle riflessioni dove la gente ci annunciava di preferire animatori non vaccinati, augurandoci di fallire sono cominciate le minacce e gli auguri di morte. Mi hanno augurato di avere un cancro perché ho scritto che i miei dipendenti lavorano dotati di green pass».

Lei come ha reagito?
«All'inizio ho risposto chiarendo che la dotazione del green pass è funzionale al nostro lavoro di animazione dal momento che organizziamo feste anche in luoghi chiusi come i ristoranti. Noi rispettiamo semplicemente la legge e creiamo le condizioni affinché si possa lavorare in sicurezza, ma non ho espresso una posizione o un giudizio su chi non si vaccina. Non capisco i No vax ma rispetto l'opinione di chiunque, il mio lavoro è fare animazione, chi fa le leggi sulla gestione del green pass non sono io».

Però ha scelto di pubblicare l'avviso sul green pass.
«Certo. Ho scelto di rendere pubblica la dotazione del green pass, sia mia che di tutti i collaboratori, perché credevo fosse un valore aggiunto ai servizi che offriamo. Negli ultimi mesi, mi è capitato spesso che i clienti interessati alle feste, chiedessero prima di ogni cosa se gli animatori fossero vaccinati e, per questo, scrivere un post informativo mi è sembrato il modo più giusto e veloce per rassicurare tutta la nostra clientela. In passato, avevo fatto avvisi simili per informare sulla nostra dotazione di mascherine, gel igienizzante e animazioni con il rispetto della distanza di sicurezza ma non si era scatenato questo putiferio».

Come si spiega questa violenza via social?
«Non mi aspettavo di scatenare odio, violenza e polemiche. Ho l'impressione che a scrivere questi commenti, siano soprattutto No vax arrabbiati con il governo e le regole imposte dal Ministero della Salute ma, di certo, non è con me che se la dovrebbero prendere. A detta loro, sottolineare che abbiamo il green pass equivale a discriminare gli altri e credono che, questa dotazione, ci faccia sentire immuni invece non è assolutamente così. Sappiamo che la vaccinazione è solo una cautela in più ma vogliamo che sia rispettata anche la posizione di chi, per lavorare, non fa che rispettare la legge».

Se tornasse indietro, scriverebbe ancora quel post?
«Assolutamente si. Non sono io che devo tornare indietro sui miei passi anzi, spero che saranno loro a rendersi conto di aver esagerato con le offese. Sono rimasto veramente stupito da questo odio ma, devo essere sincero, ci sono state tante altre persone che mi hanno difeso e hanno sostenuto le mie ragioni. La maggior parte dei clienti sono felici della dotazione del green pass e sono loro che rispondono sui social alle cattiverie che mi hanno scagliato contro. Hai il green pass? È questa la prima cosa che chiedo quando faccio i colloqui agli animatori, perché non dovrei scriverlo anche sui social?».

Ovviamente lei è vaccinato.
«Si, appartengo alla categoria del mix vaccinale con la prima dose di Astrazeneca e la seconda Pfizer. Grazie alla vaccinazione la mia attività imprenditoriale, è ripartita dopo le gravi conseguenze economiche causate dalle chiusure durante il lockdown. Ora stiamo ricominciando a respirare e non vedo l'ora di poter tornare a fare più assiduamente l'attività di volontariato che facciamo negli ospedali pediatrici. A Pasqua abbiamo distribuito 600 uova in 12 ospedali di Napoli e provincia ma non siamo potuti tornare in corsia per far ridere i bimbi, spero che col green pass sarà possibile in futuro». 

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