Guglielmo, il ragazzo precipitato e morto a Napoli: la verità rivelata da un video

Guglielmo, il ragazzo precipitato e morto a Napoli: la verità rivelata da un video
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 8 Febbraio 2020, 23:03 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 07:01
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Dieci minuti per scomparire avviandosi verso la morte. Il punto centrale, il vero mistero, il nodo che non si riesce ancora a sciogliere nella terribile vicenda che ha portato alla morte di Guglielmo Celestino è racchiuso in una manciata di tempo: quello trascorso dal momento in cui un amico che con lui era andato alla festa di compleanno al “Flame” lo lascia all’esterno del locale per rientrare a recuperare i giacconi lasciati in guardaroba. Ed è su questo punto in particolare che si muovono le indagini dei carabinieri, che stanno cercando di ricostruire la causa della caduta nel vuoto e, dunque, della morte del 19enne.

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Perché è in quei nove-dieci minuti in cui il ragazzo resta da solo all’esterno della discoteca che c’è la chiave del mistero. E dopo che gli investigatori hanno ascoltato i familiari della vittima, si fa anche più chiara la ricostruzione di quella sera. Giovedì, ore 22,30: Guglielmo esce di casa e insieme ad un amico (e non al fratello, come si era detto in un primo momento) si dirige verso il “Flame” di via Aniello Falcone, dove è in corso una festa di compleanno. All’interno del locale tutta gente tranquilla, il tempo passa scandito dalle note della musica e dallo scorrere dei drink. L’amico che accompagna Guglielmo si accorge che l’amico non si sente bene, forse sta male con lo stomaco; a quel punto chiama il fratello del 19enne: «Vienici a prendere con la macchina, Guglielmo non sta tanto bene, è meglio se vieni a prenderlo». Così il ragazzo resta solo in strada. mentre l’amico va a recuperare sciarpe e giubbotti lasciati nel locale. Saluta la comitiva, passano non più di nove-dieci minuti ma quando è di nuovo fuori, Guglielmo non c’è più.
 

 

Oltre a chi lo accompagnava in discoteca, i carabinieri hanno ascoltato altre persone. Altri amici della vittima e alcune persone presenti giovedì sera nel discobar. Un lavoro importante, quello degli investigatori, che potrebbe risultare utile per cogliere anche sfumature, per incastrare orari e per capire se il povero ragazzo si sentisse veramente male, al punto di chiedere di andar via o, comunque, di uscire a respirare un po’ di aria fresca lontano dai decibel e dalla pista da ballo. Ieri si è appreso che l’autopsia sul corpo del ragazzo si svolgerà dopodomani. Nelle sale dell’Istituto di medicina legale del Secondo Policlinico lo specialista incaricato dalla Procura dovrà, alla presenza dei periti nominati anche dalla famiglia Celestino, stabilire alcuni punti importanti. Primo: quale fosse il tasso alcolemico nel sangue del 19enne, ma anche la eventuale traccia di altre sostanze psicotrope; secondo: che cosa possa aver determinato la caduta fatale nel vuoto, e conseguentemente la morte. Terzo: stabilire se il decesso dello sfortunato ragazzo vomerese sia stato immediato.
 

C’è poi un altro elemento che potrebbe contribuire a mettere a posto qualche altro pezzo di questo puzzle ancora scomposto: gli investigatori hanno acquisito le immagini di almeno due telecamere di videosorveglianza privata, una delle quali proprio vicina all’ingresso del locale dove si teneva la festa. Quei fotogrammi vengono scandagliati in queste ore dagli esperti del Reparto scientifico dell’Arma, anche se non è certo che la visuale delle riprese riesca ad arrivare fino al punto esterno nel quale Guglielmo ha perso l’equilibrio. 

Sulla pagina Facebook del “Flame” è intanto apparso il segno di lutto con un messaggio dei proprietari: «Abbiate solo rispetto per una vita spezzata troppo presto, forse per una tragica fatalità - si legge nel post - nessuno deve trarre conclusioni affrettate e senza senso. Via Aniello Falcone è una strada sempre controllata dalle forze dell’Ordine, non ci diamo pace per questa terribile notizia. 

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Polemico, invece, il presidente della commissione Welfare e Legalità Municipalità Vomero-Arenella, Cinzia Del Giudice: «Assurdo che i baretti di Aniello Falcone venerdì sera abbiano lavorato come se niente fosse successo.
Abbiamo voglia di sgolarci, vogliamo educare i ragazzi a non bere, ma di fronte a un morto neanche una saracinesca abbassata...». Critici anche gli aderenti al Comitato di persone che abitano in via Falcone e che si è organizzato per chiedere al Comune una regolamentazione severa del funzionamento dei locali. «Ci stringiamo attorno alla famiglia di Guglielmo - dicono - Mentre i discobar stanno riaccendendo le loro insegne colorate e alzando i volumi degli impianti stereo come se niente fosse successo, pronti per l’ennesima notte alcolica, noi non dimenticheremo questo sfortunato ragazzo»

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