I delfini a Punta Campanella, nell'area marina protetta

I delfini a Punta Campanella, nell'area marina protetta
Giovedì 14 Aprile 2022, 15:44 - Ultimo agg. 15:45
3 Minuti di Lettura

Proteggere i delfini? A Punta Campanella l'Apm (Area Protetta Marina) Punta Campanella prova a farlo sostituendo le reti con le nasse. L'iniziativa, che rientra nel progetto europeo LifeDelfi, si è conclusa in questa prima fase oggi, in occasione della Giornata Mondiale dei Delfini. Le nasse si chiamano «trapule» e sono pieghevoli, comode da portare in barca perché meno ingombranti. La trapula viene definita come nassa da «pesce», può essere usata su varie tipologie di fondale (sabbioso, roccioso, posidonieto) per la cattura di varie specie come la seppia, il polpo, saraghi e altre ancora. Un attrezzo più selettivo e meno pericoloso delle reti passive, causa invece del bycatch, la pesca accidentale di specie quali cetacei o tartarughe. L' Area Marina Protetta Punta Campanella ha distribuito finora 120 nasse a 4 pescherecci della zona. Presto ne arriveranno altre, per un totale superiore alle 200 per 8 pescherecci artigianali delle costiere sorrentina e amalfitana.

L' idea è di sostituire la pesca delle tradizionali reti passive con quella delle nasse, soprattutto tra la primavera e l'autunno, periodo in cui si registra un'alta interazioni tra delfini e pescatori. Nei mesi scorsi, sulle reti da pesca, sono stati installati dissuasori sonori di ultima generazione, i cosiddetti Pinger. Sono interattivi, producono gli ultrasuoni solo quando rilevano la presenza dei delfini.

Con un vantaggio rispetto ai dissuasori precedenti: la riduzione della possibilità che i delfini possano abituarsi ai segnali, e quindi esserne attratti più che respinti. L'obiettivo delle varie azioni messe in campo è quello di ridurre le sempre maggiori e preoccupanti interazioni tra delfini e pescatori. Una convivenza non sempre pacifica, anzi. Con danni per entrambi. I delfini, molto spesso, attirati dai pesci, cercano di nutrirsi dalle reti da pesca e a volte restano feriti o addirittura uccisi. Sono centinaia ogni anno quelli ritrovati spiaggiati lungo le coste italiane. I pescatori, dal canto loro, lamentano danni sempre più consistenti, tra riduzione del pescato e reti messe fuori uso. Il progetto LifeDelfi, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall'Irbim Cnr, vuole evitare questo 'scontrò in mare, diffuso, purtroppo, in diverse zone d'Italia. Tra i partner 4 aree marine protette -tra cui Punta Campanella- Legambiente, associazioni locali e internazionali e le università di Siena e Padova. Tra le azioni portate avanti finora, oltre alla distribuzione di dissuasori e nasse, la formazione di rescue team, squadre di salvataggio pronte ad intervenire in caso di delfini spiaggiati o avvistati in chiara difficoltà. Numerose anche le azioni di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei pescatori e dei cittadini in generale. Il progetto, nell'ultimo anno, ha interessato 9 macro aree tra Italia e Croazia, con 39 pescatori coinvolti e 212 uscite di monitoraggio in mare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA