Covid a Napoli, riapre la Fondazione Famiglia di Maria al rione Villa: «I ragazzi non possono più aspettare»

Covid a Napoli, riapre la Fondazione Famiglia di Maria al rione Villa: «I ragazzi non possono più aspettare»
di Giuliana Covella
Lunedì 31 Agosto 2020, 08:00 - Ultimo agg. 16:21
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«Saremo i primi a ripartire nella zona est di Napoli, sia per garantire un servizio educativo fondamentale per oltre 100 minori e le loro famiglie, sia perché sopperiremo alle difficoltà che ci saranno con il possibile slittamento del ritorno sui banchi». Anna Riccardi, presidente della Fondazione Famiglia di Maria al Rione Villa, si prepara a spalancare le porte della struttura finita più volte sotto i riflettori per minacce e intimidazioni. «Siamo pronti a ripartire, ma chiediamo garanzie per i nostri bambini e soprattutto per chi ha il compito di educarli. Non vogliamo solo passerelle politiche, ma fatti concreti dalle istituzioni», rimarca l'educatrice. Tutto è pronto dunque per la ripresa post vacanze, nonostante le tante difficoltà. «Andremo avanti in continuità con i servizi che riguardano i minori e riapriremo il 2 settembre solo per gli educatori, che si riuniranno per pianificare il programma delle attività. Mentre queste ultime riprenderanno in presenza il 7 con i ragazzi, salvo nuove indicazioni del Comune».

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Circa 20 tra educatori, autista, addetti alla cucina e alle pulizie che torneranno al lavoro nel rispetto delle misure antiCovid, ma non senza qualche preoccupazione per la Riccardi. «Premesso che seguiremo le linee guida prescritte dal Governo - dice - è possibile che anche gli educatori, che da noi sono ben 15, vengano sottoposti a test sierologici? Sono i soggetti maggiormente a contatto con i bambini e, come è previsto per le altre categorie, mi chiedo perché mai nessuno finora abbia pensato di fare anche a loro il tampone? Una battaglia nella quale ci sostii». Intanto è stato predisposto l'accesso di mamme e bambini su tre turni per evitare assembramenti: uno la mattina, l'altro il pomeriggio e un altro ancora in uscita sul territorio. Ci sarà un educatore per ogni 6 bambini, che manterranno la distanza di un metro e mezzo («abbiamo preferito maggiori cautele»). Si accederà inoltre in Fondazione a gruppi scaglionati di 7-8 persone e a ciascuno sarà misurata la temperatura. «I termoscanner li abbiamo acquistati noi, nonostante ne avessimo fatto richiesta. Le mascherine ci erano state in parte donate nei mesi scorsi, ma una volta esaurite abbiamo dovuto comprarle e con i fondi a disposizione non riusciamo a sobbarcarci anche di quest'altra spesa. Infatti abbiamo lanciato un appello per aiutarci ad acquistarne di nuove mascherine insieme a igienizzanti».
 

 

Nonostante ogni giorno aumentino i contagi, la Fondazione ha già annunciato che riaprirà tra una settimana. «Sono le mamme ad avermi chiesto di far venire i figli in Fondazione, perché si sentono più sicure che a tenerli in strada o a scuola. Sanno che qui adottiamo tutte le precauzioni. Inoltre siamo un luogo aperto anche a loro. Per le mamme infatti ripartiranno le attività pomeridiane, con nuovi progetti tra cui uno di solidarietà grazie alla Fondazione Un sorriso per tutti, in cui saranno loro stesse protagoniste perché creeranno delle borse il cui ricavato servirà poi ad acquistare un pullmino per i nostri ragazzi». Si riaprirà dunque in sicurezza? «Sì. Ma se le responsabilità saranno in capo al datore di lavoro, sarò disposta ad acquistare io stessa i test per gli educatori. Perché ho la responsabilità di garantire la sicurezza non solo dei bambini che vengono qui ogni giorno, ma anche dei genitori che li accompagnano e vivono questi ambienti». 

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